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Elisa Isoardi e la foto perfetta

Cosa ci dice il post della rottura con Salvini che ha catalizzato l’indignazione dei social.

di Guia Soncini

Come tutti quelli che la sanno lunghissima sulle vite degli altri, anch’io non so niente. Mi faccio un sacco di pregnanti domande filosofiche, e quasi mai sono in grado di darmi risposte. Se per un normale selfie donante – in cui sporgere la clavicola, aspirare il sottozigomo, tendere il sottomento – ci vogliono una cinquantina di scatti di prova, quanti ne saranno serviti a Elisa Isoardi per costruire lo scatto che ha vinto tra tutti gli altri gli onori di Instagram?

La foto «nota alle redazioni: ci siamo lasciati» sta ai diversivi mentre-il-fascismo-avanza del governo italiano come il giaccone di Melania Trump (quello con scritto «I really don’t care, do you?») stava ai diversivi americani, anche lì mentre-il-fascismo-eccetera? Noialtri che davanti alla foto abbiam pensato «però, bellocci» quanti punti prendiamo al test del fascismo? Quando un Filippo Ceccarelli del futuro ricostruirà questi anni, di che cosa proprio non riusciremo a ricordarci neanche leggendone: del test del fascismo, della fidanzata di Salvini, della lattuga di Fedez?

Elisa Isoardi è una benefattrice dell’umanità per aver convogliato su di sé l’indignazione dell’internet-dei-giusti, indignazione precedentemente monopolizzata dal diritto dei figli di Calenda a giocare a Candy Crush? Che fine fa, a questo punto, l’ascesa di Casimiro Lieto (un nome che sembra pensato da Age e Scarpelli)? Quelli che si scandalizzano perché te-lo-vedi-Berlinguer che fa uscire una foto del genere sono gli stessi che si scandalizzarono perché Achille e Aureliana si baciavano sulla copertina del Venerdì? Quelli che pensano la foto l’abbia fatta uscire lui sono gli stessi che pensano che la voce femminile del navigatore sia un evidente segno del trionfo del patriarcato? (Mica penserete me li stia inventando). Quale evento potrà rubare a questa foto il ruolo di catalizzatore dell’indignazione da social, in assenza (per ora) di quello che definitivamente romperà la rete, cioè l’annuncio del fidanzamento tra Asia Argento e Fabrizio Corona che tutti gli iscritti ai loro Instagram attendono come l’Armageddon (annuncio che, in una sceneggiatura ideale, verrebbe nascosto dentro una citazione di Gio Evan, chiunque egli sia)?

Per evitare che non dico un Ceccarelli del futuro, ma io stessa tra un mese, legga qui e non capisca un riferimento che sia uno, apporrò alcune didascalie a quelli che oggi sono interrogativi di bruciante attualità e per quando faremo l’albero di Natale saranno oscuri pizzini. Il problema, pare ovvio, non sono Elisa e Matteo; non sono neppure quelli così orrendamente giovani che hanno bisogno dei cognomi per sapere chi fossero Achille e Aureliana; il problema siamo noi cariatidi per le quali a Baricco tocca scrivere saggi: forse a lui crederemo, quando dice che non ogni evoluzione è la fine del mondo, non a lui in quanto lui ma a lui in quanto autore Einaudi (quelli che pensano che un segretario di partito abbia il dovere di tenere la cravatta pure in spiaggia, altrimenti dove andremo a finire, sono gli stessi che pensano il catalogo Einaudi sia prestigioso, non sfogliandolo evidentemente dai tempi di Pavese).

Un selfie a Mosca per celebrare l’anniversario di due anni d’amore, pubblicato su Instagram all’inizio del 2017

Sono andata sull’Instagram della Isoardi, e ho scorso a occhi chiusi. Il commento che ho casualmente visto riaprendoli (un metodo statistico attendibile almeno quanto i sondaggi di Pagnoncelli) diceva: «Stai sbagliando Elisa[,] non mi piace questa foto[,] lui è un uomo ma è anche un[‘]istituzione che non puoi esibire così». La signora, pure se sdegnata quanto lo fummo ai tempi di Achille e Aureliana (eravamo scemi anche prima dei social, ma lo venivano a sapere in pochi), è comunque un’illuminata osservatrice della realtà rispetto a quelli che ritengono la foto l’abbia voluta/scelta/pubblicata Salvini.

Ora, io come tutti non so niente. Non sappiamo la verità delle coppie di cui facciamo parte, figuriamoci di quelle che sbirciamo su Instagram. Ed è possibile che Salvini sia un genio della manipolazione, una specie di “Amazing Amy” (la psicopatica che nell’Amore bugiardo costruiva un’impalcatura d’ingannevoli apparenze grazie alle quali lei pareva vittima e il marito criminale) che ha dato istruzioni ben precise alla fidanzata. Ora tu annunci che ci siamo lasciati, ma – giacché ho bisogno di far credere a un mio lato fragile – lo fai con una foto in cui sembra che tu abbia il controllo totale della situazione e, mentre io sto lì a sbavarti su una clavicola, ti autoscatti come le altre si limano le unghie. Amazing Matt.

Può essere, ma un certo Guglielmo Occam c’invitava a preferire la spiegazione più semplice (probabilmente era pigro quanto me). E, a una lettura ovvia, quella foto lì dice altro. Dice che lui pensava alla clavicola e lei pensava all’autoscatto. Dice che lei l’ha tenuto da parte, in una cartelletta che mi piace pensare denominata “Per il giorno in cui voglio rendere chiari al mondo i rapporti di forza tra di noi”. Dice che lui era abbastanza preso da non accorgersi dei mille scatti di prova necessari a realizzare quello perfetto, e lei abbastanza determinata da silenziare il clic della fotocamera finché perfezione non fosse raggiunta. Quella foto lì è il primo capitolo d’un romanzo leggendo il quale smetti subito di chiederti chi abbia lasciato chi, e annuisci compassionevole quando arrivi al capitolo in cui lui dice le tenere parole «di comune accordo» (se poi è così compassionevole da dirle lei, allora il premio Melania Hamilton coniugata Wilkes non glielo leva nessuno).

Come tutti non so niente, neppure se Casimiro Lieto diverrà direttore di rete o no, neppure se sia vero che è il “confidente sentimentale” (qualunque cosa significhi) della Isoardi, neppure se si siano lasciati per farla sembrare meritocrazia (ma non mi meraviglierei se domani qualcuno lo scrivesse: le pagine dei retroscena bisogna pur riempirle). Però ho letto abbastanza romanzi e visto abbastanza sceneggiati da trovare esilaranti i saperlalunghisti secondo i quali lei ha lasciato lui perché ormai ha ottenuto ciò che voleva. Se sei così determinata da fidanzarti a scopo di carriera, se sei così gelida da chiudere una relazione quando non ti è più utile, se sei così amazing da avere un piano di produzione così preciso, il tuo obiettivo finale non può essere, orsù, La prova del cuoco. L’avresti lasciato dopo aver ottenuto come minimo la conduzione di Sanremo, un Telegatto per il miglior programma culturale, una presenza muta nel varietà di Fiorello. Come tutti non so niente, però ho un cellulare che fa le foto da abbastanza anni da sapere che, se un autoscatto ti viene così bene, può anche essere che lasciarsi sia solo un pretesto reversibile. Scusami, ho dovuto lasciarti per pubblicare la foto perfetta.