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21:50 giovedì 10 luglio 2025
La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.
Trump si è complimentato con il Presidente della Liberia per il suo inglese, non sapendo che in Liberia l’inglese è la prima lingua Joseph Boakai, nonostante l'imbarazzo, si è limitato a spiegargli che sì, ha studiato l'inglese nella sua vita.
Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".
La novità più vista su Netflix è un documentario su una nave da crociera coi bagni intasati Si intitola Trainwreck: Poop Cruise, è in cima alla classifica negli Stati Uniti ed è popolarissimo anche nel resto del mondo.

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Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.

10 Luglio 2025

Internet come la conosciamo oggi è stata in gran parte plasmata del monopolio che Google è riuscita a imporre con il suo motore di ricerca prima e web browser Chrome poi. Quello che in molti considerano “naturale” fare – cercare informazioni, cliccare sui risultati dati dal motore di ricerca, confrontare dati aprendo più tab – è un’esperienza plasmata sia dalle necessità degli utenti sia da quelle degli inserzionisti, che si incontrano nel clic del mouse. Cliccare fa parte dell’architettura di internet, il clic è la metrica attraverso cui il mondo della pubblicità finanzia e sostiene gran parte di quello che oggi si trova online. 

Questo sistema sta per essere messo alla prova, per non dire in crisi, da un’esperienza radicalmente differente, disegnata sulle capacità dell’AI. Negli scorsi giorni infatti è stato lanciato Comet, il browser realizzato da Perplexity, che si basa sull’omonima AI, in attesa del concorrente che ChatGPT si prepara a rendere pubblico nei prossimi mesi. Sulla base dei primi test, Gizmodo ha sintetizzato un ritratto dell’internet del futuro, qualora i browser basati sull’intelligenza artificiale riuscissero a intaccare il decennale dominio di Google.

È difficile spiegare cosa cambierà in concreto, perché la navigazione è rivista dalle fondamenta. L’idea è però quella di conversare con l’AI e lasciare che sia lei a compiere tutti i passaggi intermedi (ricerca, comparazione dei risultati, approfondimenti ulteriori) consegnandoci il risultato finale senza bisogno di cliccare. Se per esempio volessimo comprare un guanto da forno, attraverso questo tipo di browser dovremmo solo chiederlo e l’AI procederebbe a trovare il sito dove è più conveniente farlo considerando le nostre esigenze, procedendo all’acquisto e immettendo per noi i dati bancari e l’indirizzo per finalizzare l’ordine. Questo, ovviamente, nella teoria. Un altro presupposto di questo tipo di esperienza, a parte lo strapotere della tastiera sul mouse, è la capacità del browser di imparare l’esigenze di chi l’utilizza, personalizzando gli output e l’esperienza generale. 

A rischiare molto non è solo Google, che se non saprà rispondere adeguatamente potrebbe perdere il suo dominio sulla Rete. Questo approccio fa infatti saltare completamente la metrica dei clic e quindi, il modello economico basato sulla pubblicità su cui si fonda l’Internet di oggi, con il rischio remoto ma non inesistente che smetteremo di cliccare perché non ci sia più niente di nuovo su cui farlo. 

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