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08:52 lunedì 8 dicembre 2025
Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.
L’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix sta mandando nel panico tutta l’industria dell’intrattenimento La geografia del cinema e dalla tv mondiale cambierà per sempre, dopo questo accordo da 83 miliardi di dollari.
Lily Allen distribuirà il suo nuovo album anche in delle chiavette usb a forma di plug anale Un riferimento a "Pussy Palace", canzone più chiacchierata di West End Girl, in cui racconta come ha scoperto i tradimenti dell'ex marito, l'attore David Harbour.
Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.
L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.

Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI

Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.

10 Luglio 2025

Internet come la conosciamo oggi è stata in gran parte plasmata del monopolio che Google è riuscita a imporre con il suo motore di ricerca prima e web browser Chrome poi. Quello che in molti considerano “naturale” fare – cercare informazioni, cliccare sui risultati dati dal motore di ricerca, confrontare dati aprendo più tab – è un’esperienza plasmata sia dalle necessità degli utenti sia da quelle degli inserzionisti, che si incontrano nel clic del mouse. Cliccare fa parte dell’architettura di internet, il clic è la metrica attraverso cui il mondo della pubblicità finanzia e sostiene gran parte di quello che oggi si trova online. 

Questo sistema sta per essere messo alla prova, per non dire in crisi, da un’esperienza radicalmente differente, disegnata sulle capacità dell’AI. Negli scorsi giorni infatti è stato lanciato Comet, il browser realizzato da Perplexity, che si basa sull’omonima AI, in attesa del concorrente che ChatGPT si prepara a rendere pubblico nei prossimi mesi. Sulla base dei primi test, Gizmodo ha sintetizzato un ritratto dell’internet del futuro, qualora i browser basati sull’intelligenza artificiale riuscissero a intaccare il decennale dominio di Google.

È difficile spiegare cosa cambierà in concreto, perché la navigazione è rivista dalle fondamenta. L’idea è però quella di conversare con l’AI e lasciare che sia lei a compiere tutti i passaggi intermedi (ricerca, comparazione dei risultati, approfondimenti ulteriori) consegnandoci il risultato finale senza bisogno di cliccare. Se per esempio volessimo comprare un guanto da forno, attraverso questo tipo di browser dovremmo solo chiederlo e l’AI procederebbe a trovare il sito dove è più conveniente farlo considerando le nostre esigenze, procedendo all’acquisto e immettendo per noi i dati bancari e l’indirizzo per finalizzare l’ordine. Questo, ovviamente, nella teoria. Un altro presupposto di questo tipo di esperienza, a parte lo strapotere della tastiera sul mouse, è la capacità del browser di imparare l’esigenze di chi l’utilizza, personalizzando gli output e l’esperienza generale. 

A rischiare molto non è solo Google, che se non saprà rispondere adeguatamente potrebbe perdere il suo dominio sulla Rete. Questo approccio fa infatti saltare completamente la metrica dei clic e quindi, il modello economico basato sulla pubblicità su cui si fonda l’Internet di oggi, con il rischio remoto ma non inesistente che smetteremo di cliccare perché non ci sia più niente di nuovo su cui farlo. 

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