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Su Instagram c’è un fiorente mercato di ossa umane, dice Wired

Su Wired Oscar Schwartz ha scritto un lungo e interessante articolo che esplora lo strano mondo del commercio di ossa umane su Instagram. Uno dei vari protagonisti del pezzo – i collezionisti di ossa contattati e intervistati – è Henry Scragg, membro attivo di una piccola ma dinamica rete di acquirenti e venditori che scambiano resti umani su Instagram, dove gli annunci si sono recentemente trasferiti (prima si trovavano su eBay) e dove a quanto pare funzionano sempre meglio. Gli archeologi Damien Huffer e Shawn Graham tengono d’occhio questo tipo di mercato dal 2013 e le loro registrazioni rivelano un commercio in rapida crescita.
La maggior parte dei compratori e dei venditori sono avidi collezionisti che considerano l’accumulare ossa rare come un hobby legittimo, anche se un po’ eccentrico. A differenza di altri mercati illeciti su Instagram (animali esotici, antichità saccheggiate, armi) non c’è nulla di esplicitamente illegale nel commercio di resti umani: nel Regno Unito (dove vive Henry Scragg), teschi e scheletri rientrano nella “no property rule” e cioè appartengono a chiunque si trovi in possesso di essi, senza bisogno di documenti che ne dimostrino la provenienza. E se per esporre resti umani serve una licenza da parte dell’Autorità per i Tessuti Umani, questo non è il caso della pubblicazione di foto online.
Secondo gli studiosi l’ascesa del commercio di ossa umane su Instagram è un fenomeno decisamente inquietante, soprattutto quando si tratta di scheletri decorati con finti attributi tribali. A preoccupare sono i richiami all’oscuro passato coloniale dell’Occidente, proprio in un momento storico, il nostro, in cui i musei stanno iniziando a questionare la provenienza delle loro collezioni.
Per quanto riguarda gli scambi, la vendita dei resti umani su Instagram funziona in modo molto simile agli altri scambi informali sulla piattaforma. Un utente pubblica un prodotto, gli utenti interessati lo contattano tramite messaggio diretto e, una volta concordato un prezzo, il pagamento viene effettuato direttamente e la merce viene imballata e spedita. A permettere al mercato di resti umani screscere e svilupparsi, però, non sono tanto gli affari, ma la passione dei collezionisti: come ha confidato a Schwartz la proprietaria di una account interamente dedicato al tema , «Non si tratta di soldi. Vendiamo teschi soltanto per poter acquistare sempre più teschi. Penso che per tutti i veri collezionisti sia sempre così».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.