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22:28 mercoledì 28 maggio 2025
Il produttore di Popeye di Robert Altman ha detto che quello è stato senza dubbio il film più incocainato di sempre Secondo Barry Diller, Ceo di Paramount all'epoca delle riprese, così tanta droga sul set di un film non si è mai vista.
Il caso dell’imprenditore italiano rapito e torturato a Manhattan somiglia sempre di più a un film horror Adesso si è consegnato alla polizia un secondo rapitore-torturatore, che ha confermato tutto quello che ha raccontato Michael Valentino Teofrasto Carturan.
Per andare a studiare negli Stati Uniti adesso bisognerà fare attenzione anche a quello che si posta sui social Lo ha deciso il governo, che ha sospeso l'emissione di tutti i visti per gli studenti in attesa di "certificarne" i profili social.
La distribuzione dei primi aiuti umanitari a Gaza è stata una tragedia (annunciata) Tre morti, 46 feriti, sette dispersi a Rafah, durante la distribuzione dei tanto attesi aiuti dopo mesi di assedio dell'Idf.
La serie di Harry Potter ha trovato i nuovi Harry, Hermione e Ron Dominic McLaughlin, Arabella Stanton e Alastair Stout sono stati scelti tra gli oltre 30 mila ragazzini che hanno partecipato al casting negli scorsi mesi.
Si è scoperto che la Cia usava un sito di Star Wars per comunicare con le sue spie Starwarsweb.net ora non esiste più, ma per tanti anni è stato la casa di nerd di Guerre Stellari e agenti segreti americani.
Klarna sta andando malissimo perché nessuno finisce di pagare le rate Cento milioni di dollari di perdite nel primo trimestre del 2025, tutto per colpa di utenti che rateizzano e poi scappano.
Da otto anni Netflix si rifiuta di distribuire un biopic di Gore Vidal perché il protagonista è Kevin Spacey Una decisione che è fin qui è costata cara alla piattaforma, che ha già perso 40 milioni di dollari per questo film.

Per LitHub questo è il miglior incipit di tutti i tempi

15 Dicembre 2017

Ieri Emily Temple, editor del blog letterario Literary Hub, ci informava dell’anniversario della nascita della scrittrice Shirley Jackson, nata a San Francisco il 14 dicembre 1916 e morta durante il sonno, a soli 48 anni, per un’insufficienza cardiaca, dopo una vita difficile condotta fuori e dentro dalle dipendenze (amfetamine, tranquillanti, alcol). Forse per festeggiare quello che sarebbe stato il suo 101esimo compleanno, forse perché è così e basta, Temple ha proposto un’analisi molto approfondita di quello che, secondo lei, è il miglior incipit di tutti i tempi, che qui proponiamo in versione originale e in nella traduzione italiana di Monica Pareschi. Si tratta dell’inizio di Abbiamo sempre vissuto nel castello, un romanzo pubblicato nel 1962. L’ultima pubblicazione italiana è del 2012 di Adelphi, con in copertina una natura morta di John F. Francis, Fragole, panna e zucchero (1850).

«My name is Mary Katherine Blackwood. I am eighteen years old, and I live with my sister Constance. I have often thought that with any luck at all I could have been born a werewolf, because the two middle fingers on both my hands are the same length, but I have had to be content with what I had. I dislike washing myself, and dogs, and noise. I like my sister Constance, and Richard Plantagenet, and Amanita phalloides, the death-cup mushroom. Everyone else in my family is dead».

«Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott’anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l’anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare. Detesto lavarmi, e i cani, e il rumore. Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l’Amanita phalloides, il fungo mortale. Gli altri membri della famiglia sono tutti morti.»

Vale la pena di leggere l’articolo di Temple, che analizza l’incipit riga per riga, cercando di individuare cosa esattamente lo rende così unico e potente. La prima frase, nota, suona subito molto datata, all’antica, e lo stesso vale per il nome della protagonista, Mary Katherine Blackwood. Una delle prime informazioni che ci dà, la sua età, suona subito strana, man mano che procediamo nella lettura: il tono con cui elenca quello che “detesta”, infatti, sembra più quello di una bambina. E poi il desiderio frustrato di essere un lupo mannaro. Mary desidera la magia e il potere, sa che esistono, ma si sente sfortunata. E la lista continua (anche per questo è un ottimo incipit, commenta Temple, «chi non va pazzo per le liste?»), fino all’agghiacciante affermazione finale.

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