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Massive Attack, Brian Eno, Fontaines D.C. e Kneecap hanno formato un’associazione per difendere gli artisti pro Palestina L'obiettivo è difenderli dalle minacce e dalle cause legali, soprattutto le band e i musicisti più giovani.
È morto lo scrittore di culto Gilberto Severini Nel 2011 era arrivato tra i finalisti allo Strega con il libro "A cosa servono gli amori infelici".
I due maggiori premi letterari giapponesi quest’anno non sono stati assegnati perché non c’erano romanzi abbastanza belli I prestigiosi premi Akutagawa e Naoki, da regolamento, hanno deciso di saltare l’annata perché nessun candidato meritava di essere premiato.
Adolescence è la serie più vista nel 2025 su Netflix, persino più di Squid Game La serie inglese domina la classifica dei contenuti originali più visti, confermandosi così l'evento televisivo dell'anno.
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In Giappone hanno organizzato un torneo di Tekken 8 per gli anziani delle case di riposo Otto partecipanti, tra i 60 e i 90 anni, che hanno dimostrato inaspettato talento videoludico.
Zadie Smith farà il suo esordio da cantante nel nuovo album di Blood Orange Per ascoltarla dovremo aspettare il 29 agosto, data di uscita di Essex Honey.
L’Odissea di Nolan esce tra un anno ma la prevendita dei biglietti è già partita e ci sono anche i primi sold out Negli Usa e in Inghilterra le sale IMAX hanno finito i biglietti, a un anno esatto dall'uscita del film.

Fare una rivista di carta con l’intelligenza artificiale

L'IA sta diventando sempre più usata in campo artistico e nella generazione di immagini. Anche le immagini delle storie del nuovo numero di Rivista Studio, realizzate da Vittorio Maria Dal Maso, sono state generate usando una serie di algoritmi.

di Studio
16 Dicembre 2022

La Colorado State Art Fair è una fiera d’arte che quest’anno ha deciso di rinnovarsi inaugurando una nuova categoria: nel 2022 per la prima volta in Colorado si è scelto un miglior “artista digitale emergente”. Il premio lo ha vinto Jason M. Allen con un’opera realizzata inserendo le parole space, opera e theatre nel prompt dei comandi di Midjourney, ormai una delle più famose e usate AI per la generazione di immagini. Ricevendo il suo premio – un assegno da trecento dollari – Allen ha detto che la sua vittoria era la dimostrazione che «L’arte è morta, ragazzi. È finita. L’intelligenza artificiale ha vinto. L’umanità ha perso». Forse ha ragione Allen, forse hanno ragione tutti quelli che come lui pensano che l’uso dell’intelligenza artificiale per produrre arte segni la fine della stessa. Fosse davvero questo lo stato dell’arte, il nuovo numero di Rivista Studio – in edicola da domani – potrebbe essere considerato un’elegia funebre: tutte le immagini che accompagnano le storie raccontate nel numero 53, anche quella che vedete in questo, di articolo, sono state generate dal designer Vittorio Maria Dal Maso, pioniere di quella che in molti hanno cominciato a chiamare prompt art, usando un variegato insieme di intelligenze artificiali e comandi testuali. Dal giorno in cui abbiamo iniziato a generare le immagini del nuovo numero al giorno in cui la rivista è andata in stampa al giorno in cui le copie sono arrivate in edicola, tutti i software impiegati hanno ricevuto quotidiani aggiornamenti: se dovessimo cominciare a lavorarci adesso, queste intelligenze artificiali sarebbero già capaci di produrre immagini infinitamente superiori, per bellezza e sofisticatezza. È la testimonianza, questa, della velocità con la quale questo strumento sta evolvendo, una velocità che in parte spiega i terrori di chi sostiene che «L’arte è morta, ragazzi». Certo, è vero, le intelligenze artificiali pongono problemi. Legali, per esempio: a chi appartengono le immagini generate, alla persona che inserisce il comando nel prompt o a quelle che hanno realizzato le immagini che l’AI usa per generare la sua? È la domanda che ha portato Getty Images a vietare a chiunque di caricare illustrazioni AI-generated sulla sua piattaforma. Ma le AI possono essere anche opportunità commerciali, come dimostra YooxMirror, un’app iOS grazie alla quale chi vuole comprare un capo d’abbigliamento può prima provarlo addosso a un avatar personalizzato interamente generato da un’intelligenza artificiale. Problema e/od opportunità, forse vale la pena ricordare, a quelli per i quali l’intelligenza artificiale è la campana a morto dell’arte, tutte le altre volte che abbiamo già sentito i rintocchi di questa campana: quando fu inventata la fotografia si parlava della fine della pittura; quando i computer divennero strumenti musicali per molti fu il giorno in cui la musica morì. Sia la pittura che la musica sono ancora vive e vegete. Perché forse, in realtà, vale la pena ricordare che l’arte non è fatta dallo strumento ma dalla mano che lo muove. E la mano che muove le AI è sempre una umana.

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