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Siccome una creator l’ha “accusata” di essere transgender, Brigitte Macron porterà in tribunale il suo Dna per dimostrare di essere nata donna E vincere così la causa per diffamazione contro Candace Owens, creator dell'alt-right Usa che sostiene che la Première dame abbia cambiato sesso.
Israele vuole cancellare la sua versione degli Oscar perché ha vinto un film che parla di un ragazzino palestinese Anche perché, vincendo, The Sea è automaticamente candidato a rappresentare Israele agli Oscar quelli veri.
Il candidato della Francia all’Oscar per il Miglior film internazionale è un film ambientato in Iran, che parla di Iran e diretto da un iraniano Dalla Palma d’Oro a Cannes alla candidatura francese agli Oscar, il viaggio di Jafar Panahi attraverso le crepe della politica e del cinema
Sulla tv del ministero della Difesa russo c’è uno show fatto con l’AI che trolla i politici stranieri Macron con i bigodini rosa, Trump che parla di gabinetti dorati, von der Leyen in versione soviet: questo il meglio che la "satira" russa offre.
Il late show di Jimmy Kimmel è stato sospeso per dei commenti di Kimmel su Charlie Kirk Commenti che però Jimmy Kimmel non ha mai fatto.
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.

Fare una rivista di carta con l’intelligenza artificiale

L'IA sta diventando sempre più usata in campo artistico e nella generazione di immagini. Anche le immagini delle storie del nuovo numero di Rivista Studio, realizzate da Vittorio Maria Dal Maso, sono state generate usando una serie di algoritmi.

di Studio
16 Dicembre 2022

La Colorado State Art Fair è una fiera d’arte che quest’anno ha deciso di rinnovarsi inaugurando una nuova categoria: nel 2022 per la prima volta in Colorado si è scelto un miglior “artista digitale emergente”. Il premio lo ha vinto Jason M. Allen con un’opera realizzata inserendo le parole space, opera e theatre nel prompt dei comandi di Midjourney, ormai una delle più famose e usate AI per la generazione di immagini. Ricevendo il suo premio – un assegno da trecento dollari – Allen ha detto che la sua vittoria era la dimostrazione che «L’arte è morta, ragazzi. È finita. L’intelligenza artificiale ha vinto. L’umanità ha perso». Forse ha ragione Allen, forse hanno ragione tutti quelli che come lui pensano che l’uso dell’intelligenza artificiale per produrre arte segni la fine della stessa. Fosse davvero questo lo stato dell’arte, il nuovo numero di Rivista Studio – in edicola da domani – potrebbe essere considerato un’elegia funebre: tutte le immagini che accompagnano le storie raccontate nel numero 53, anche quella che vedete in questo, di articolo, sono state generate dal designer Vittorio Maria Dal Maso, pioniere di quella che in molti hanno cominciato a chiamare prompt art, usando un variegato insieme di intelligenze artificiali e comandi testuali. Dal giorno in cui abbiamo iniziato a generare le immagini del nuovo numero al giorno in cui la rivista è andata in stampa al giorno in cui le copie sono arrivate in edicola, tutti i software impiegati hanno ricevuto quotidiani aggiornamenti: se dovessimo cominciare a lavorarci adesso, queste intelligenze artificiali sarebbero già capaci di produrre immagini infinitamente superiori, per bellezza e sofisticatezza. È la testimonianza, questa, della velocità con la quale questo strumento sta evolvendo, una velocità che in parte spiega i terrori di chi sostiene che «L’arte è morta, ragazzi». Certo, è vero, le intelligenze artificiali pongono problemi. Legali, per esempio: a chi appartengono le immagini generate, alla persona che inserisce il comando nel prompt o a quelle che hanno realizzato le immagini che l’AI usa per generare la sua? È la domanda che ha portato Getty Images a vietare a chiunque di caricare illustrazioni AI-generated sulla sua piattaforma. Ma le AI possono essere anche opportunità commerciali, come dimostra YooxMirror, un’app iOS grazie alla quale chi vuole comprare un capo d’abbigliamento può prima provarlo addosso a un avatar personalizzato interamente generato da un’intelligenza artificiale. Problema e/od opportunità, forse vale la pena ricordare, a quelli per i quali l’intelligenza artificiale è la campana a morto dell’arte, tutte le altre volte che abbiamo già sentito i rintocchi di questa campana: quando fu inventata la fotografia si parlava della fine della pittura; quando i computer divennero strumenti musicali per molti fu il giorno in cui la musica morì. Sia la pittura che la musica sono ancora vive e vegete. Perché forse, in realtà, vale la pena ricordare che l’arte non è fatta dallo strumento ma dalla mano che lo muove. E la mano che muove le AI è sempre una umana.

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