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Luca Guadagnino sta cercando delle comparse molto specifiche per il misterioso film che girerà quest’estate in Piemonte Se avete la carnagione molto chiara o siete amanti di videogiochi, potrebbe essere la grande occasione per esordire al cinema.

Il Coronavirus potrebbe decretare la fine di Ibiza

06 Maggio 2020

Il Guardian ha pubblicato un lungo articolo che raccoglie le previsioni, le riflessioni, le paure e i pareri di chi si prepara ad affrontare quella che, a Ibiza, si prospetta la peggiore stagione di sempre. Phil Mandelbaum, proprietario di Octan, un club di medie dimensioni, ad esempio, è sicuro che i club più importanti sopravviveranno, spiegando che la maggior parte di questi locali sono di poprietà, quindi potranno restare vuoti per tutta l’estate senza il problema dell’affitto. Sarà invece praticamente impossibile superare l’estate per le piccole imprese che sopravvivono grazie ai locali notturni. «I 15 bar che incontri per raggiungere un club sono posti che aprono solo in estate e rimangono a galla perché le persone si fermano lì per un drink sulla strada per il locale. Questa è una grande parte di Ibiza, i piccoli bar e i negozi. Mi aspetto che molti di loro scompaiano», ha spiegato Mandelbaum.

Normalmente, durante i mesi estivi, Ibiza accoglie oltre tre milioni di visitatori: quasi il 75% della popolazione di oltre 147.000 abitanti lavora nel settore turistico. Hotel, Airbnb, ristoranti, bar, negozi, taxi e altre attività commerciali organizzate intorno ai club. Se i locali saltano la stagione estiva, quindi, moltissime persone restano senza lavoro. Finora Hï Ibiza, Ushuaïa, Amnesia ed Eden hanno  cancellato tutti gli eventi di maggio. DC-10 ha annullato la festa di apertura e ha dichiarato di non essere in grado di confermare eventuali date future nel club.

Alcuni sperano che la stagione sia stata soltanto “rimandata”, spiega il Guardian: qualche settimana fa è partita la campagna Move Your Spring, con l’obiettivo di incoraggiare i turisti a spostare le prenotazioni verso la fine dell’anno, con un prolungamento della stagione a novembre. Per ora il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, tende al raggiungimento di una “nuova normalità” e pianifica di riaprire gradualmente le attività in un periodo di otto settimane a partire da quella in corso. Le linee guida per la prevenzione di un secondo focolaio escludono ovviamente le nottate in discoteca: sarebbe impossibile far rispettare le normative sul distanziamento sociale.

Oltre alle imprese locali, sull’isola ci sono moltissimi freelance abituati a utilizzare i soldi guadagnati durante l’estate per vivere fino alla stagione successiva. La Caritas e altre organizzazioni che già si occupavano di aiutare le persone più in difficoltà, si sono organizzate per fare il possibile. «C’è un lato di Ibiza che le persone non vedono e che esisteva anche prima», ha sottolineato uno chef di 38 anni che vive e lavora sull’isola da 6 anni. «Può essere un’isola difficile su cui vivere, soprattutto in inverno». Le persone si stanno unendo per sostenersi a vicenda: un recente evento livestream chiamato “Ibiza Needs Ibiza Beats” ha finora raccolto oltre 9000 euro per la Croce Rossa, mentre il team del DC-10 ha donato soldi, guanti e mascherine all’ospedale e a una casa di riposo per anziani. «La nostra missione, ora, è quella di salvare la nostra isola», ha detto Nicola “Nick Love” Benedetti, manager di DC-10 e Circoloco.

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