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I cartografi amatoriali che mappano la guerra in Siria

Un articolo di National Geographic parla di un gruppo diventato di importanza centrale per la comprensione di quanto avviene oggi in Siria, uno Stato dove da anni si combatte una guerra senza quartiere e dove le conquiste territoriali modificano le geografie a cadenza quasi giornaliera: gli autori di mappe digitali che, nel tempo libero, rilevano questi cambiamenti quotidiani. Sono in tutto una ventina, cartografi per passione che si sono trovati più o meno casualmente a essere fonti privilegiate per un pubblico globale.

Robert Cross, neuroscienziato canadese trentatreenne, ha parlato con National Geographic del suo insolito passatempo, dicendo che finora ha passato «almeno un paio di migliaia di ore sul progetto, facendo ricerca e parlando con persone che si trovano in Siria su Twitter e con altri mezzi». Cross ha una grande passione per la collezione e la realizzazione di mappe, e la sua vicenda ricorda per dinamiche e influenza acquisita quella di Brown Moses, l’esperto di armi che è diventato una delle fonti più affidabili di breaking news del conflitto siriano.

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Il sito del magazine sottolinea anche la difficoltà del ruolo di Cross e compagni: «questi cartografi 2.0 stanno scoprendo che l’attenzione porta con sé molte aspettative e diverse critiche. […] Non è semplice equilibrare la spinta a fornire aggiornamenti con l’intenzione di essere accurati e giusti». O, con le parole dello stesso Cross, intervistato nella sua casa a poca distanza da Toronto: «È sempre rischioso prendere una decisione che migliaia di persone o più prenderanno per la verità». Un altro dato interessante evidenziato riguarda la genesi di queste iniziative private, che National Geographic lega a doppio filo alla sempre maggiore mancanza di reporter sul campo.

Immagine: un uomo ad Harasta, a est di Damasco (Abdulmonam Eassa/Afp/Getty Images)