Hype ↓
21:35 venerdì 21 novembre 2025
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.
I farmaci dimagranti come l’Ozempic si starebbero dimostrando efficaci anche contro le dipendenze da alcol e droghe La ricerca è ancora agli inizi, ma sono già molti i medici che segnalano che questi farmaci stanno aiutando i pazienti anche contro le dipendenze.
Kevin Spacey ha raccontato di essere senza fissa dimora, di vivere in alberghi e Airbnb e che per guadagnare deve fare spettacoli nelle discoteche a Cipro L'ultima esibizione l'ha fatta nella discoteca Monte Caputo di Limisso, biglietto d'ingresso fino a 1200 euro.
Isabella Rossellini ha detto che oggi non è mai abbastanza vecchia per i ruoli da vecchia, dopo anni in cui le dicevano che non era abbastanza giovane per i ruoli da giovane In un reel su Instagram l'attrice ha ribadito ancora una volta che il cinema ha un grave problema con l'età delle donne. 
Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, le donazioni per Gaza si sono quasi azzerate Diverse organizzazioni umanitarie, sia molto piccole che le più grandi, riportano cali del 30 per cento, anche del 50, in alcuni casi interruzioni totali.
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.

Cosa abbiamo fatto per meritarci Horse Girl?

Il nuovo film su Netflix non è solo brutto, ma una vera occasione mancata.

06 Marzo 2020

Vivere una situazione ispirandosi a un film è una cosa che probabilmente abbiamo fatto più volte di quanto riteniamo. Risolvere una funzione matematica sentendosi Russel Crowe a Princeton, fermarsi a guardare un sacchetto di plastica abbandonato fuori dal Carrefour Express di Rovereto come se fossimo il ragazzo con la videocamera di American Beauty, baciare qualcuno nel mezzo di una perturbazione atmosferica come Rachel Adams e Ryan Gosling in The Notebook. Ed è sull’onda di una simile presa di consapevolezza che, una volta terminato Horse Girl, arriva l’impulso di fare un po’ come Fosca, la moglie dell’esimio e logorroico professor Raniero Cotti Borroni di Viaggi di nozze. E cioè aprire la finestra, e buttarsi di sotto.

Ma non ci si può limitare dicendo che Horse Girl, il film diretto da Jeff Baena uscito su Netflix a febbraio, è brutto. Bisogna dire quanto è brutto. Gli elementi per farne un “normale” prodotto della corrente indie americana, più precisamente del mumblecore, c’erano anche tutti (tra i primi, la presentazione al Sundance Film Festival e il fatto che i produttori esecutivi siano i fratelli Duplass), ma a un certo punto sono diventati troppi. Il film racconta la storia di Sarah, una ragazza molto solitaria che lavora in un negozio di hobbistica, ossessionata da una serie tv, Purgatory, che mischia C.S.I. a magia nera e dal suo ex cavallo, Willow, che è stato ceduto a un nuovo proprietario, e che lei visita quotidianamente. A qualche minuto dalle prime immagini, veniamo a conoscenza che sua madre si è tolta la vita per un crollo emotivo in un imprecisato momento storico, e che è sepolta nel cimitero della città senza che vi sia nemmeno una lapide come segno di riconoscimento.

Alison Brie in “Horse Girl”, da febbraio su Netflix

La giornata di Sarah procede, il film con lei: ha difficoltà a relazionarsi con le altre corsiste di Zumba, vive insieme a una coinquilina bellissima e popolarissima e ha qualche impercettibile problema di sonnambulismo che la fa bloccare faccia al muro in cucina nel pieno della notte, o risvegliare in posti casuali. Ha sogni premonitori in cui vede persone che incontrerà presto, fino a credere di essere regolarmente rapita dagli alieni, di essere un clone di sua nonna che non ha mai conosciuto ma di cui ha recuperato una fotografia. Di essere, in realtà, proprio sua nonna, bloccata in un ciclo temporale in cui ha momentaneamente perso la memoria e di dover aspettare che quelle strane figure nere che vede nei suoi sogni la riportino nel periodo temporale corretto. Così che presto iniziamo a renderci conto che, forse, magari, a guardare bene, Sarah potrebbe avere alcuni piccoli problemi mentali. E probabilmente anche noi, visto che continuiamo a osservare questo zibaldone di risatine, elementi thriller, fantasy e horror come se avessimo assunto mescalina, assuefatti da Horse Girl in una sorta di nuova versione non riconosciuta della sindrome di Stoccolma. Talmente brutto che Adam Driver e Scarlett Johansson pur di non rivederlo sono tornati insieme. Che invece di proporti qualcosa d’altro alla fine del film, l’algoritmo di Netflix ti chiede se piuttosto non preferisci costituirti.

Va detto che Baena, che ha anche scritto la sceneggiatura, ci ha sempre turbato, dalla love story zombie Life After Beth – L’amore ad ogni costo a quel brutto adattamento del Decameron di Boccaccio, The Little Hours. Per lo storyboard si è fatto aiutare dalla stessa interprete Alison Brie, già Trudy Campbell in Mad Men e Ruth Wilder in Glow, che ha dichiarato di essersi ispirata per la sceneggiatura ad alcuni episodi di schizofrenia vissuti in famiglia. Certo, qualcuno a scadenza mensile dovrebbe ricordare agli sceneggiatori di Hollywood che voler per forza occuparsi di ogni cosa potrebbe ritorcersi contro. E infatti, nonostante come dichiarato dal Guardian e dal New York Times l’interpretazione maniacale della Brie sia l’unico vero motivo per continuare a guardare il film, l’impressione che Horse Girl genera è quella di qualcosa che nasce da un delirio di onnipotenza autoriale, finendo così per dare una connotazione ridicola a un film che vorrebbe tematizzare la psicosi, la depressione e la disattenzione con cui vengono trattate.

Perché da metà pellicola in poi di Sarah, purtroppo, non si può far altro che ridere. Soprattutto nella seconda parte del film dove, dopo aver incontrato un ragazzo con cui sembra condividere l’interesse per il paranormale, inizia la propria discesa nel delirio più totale, entrando e uscendo da un ospedale psichiatrico e, nella sequenza che vale probabilmente l’intero film, costruendosi una tutina da ninja rosa alla Raffaella Carrà sulla copertina di “Rumore”. Horse Girl è un’occasione persa per affrontare il tema della malattia mentale, un tripudio di zoom da televisione regionale, un gigantesco equivoco e compendio di dialoghi imbarazzanti sin dalle prime scene: «Che buona l’acqua!», «Si è vero, grazie». Eppure abbiamo continuato a guardarlo. E adesso vorremmo solo fare come cantava la Raffa, tornare indietro nel tempo.

Articoli Suggeriti
Per Eugenia Dubini di NN Editore i libri non sono affatto finiti

Nel 2015 ha fondato e dirige una delle case editrici più interessanti in Italia. Pubblicando nuove voci italiane e stranieri di successo ha dimostrato che si può vincere la crisi, che i lettori cambiano ma la lettura resterà sempre.

The Smashing Machine quasi non è un film ed è proprio per questo che merita di essere visto

Il primo film da solista di Benny Safdie, con protagonista un trasformato The Rock, è un esperimento meta-cinematografico. Frustrante, deludente, spericolato e, a tratti, geniale.

Leggi anche ↓
Per Eugenia Dubini di NN Editore i libri non sono affatto finiti

Nel 2015 ha fondato e dirige una delle case editrici più interessanti in Italia. Pubblicando nuove voci italiane e stranieri di successo ha dimostrato che si può vincere la crisi, che i lettori cambiano ma la lettura resterà sempre.

The Smashing Machine quasi non è un film ed è proprio per questo che merita di essere visto

Il primo film da solista di Benny Safdie, con protagonista un trasformato The Rock, è un esperimento meta-cinematografico. Frustrante, deludente, spericolato e, a tratti, geniale.

Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI

L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.

Terrazza Sentimento è la storia di Alberto Genovese, ma anche di Diddy, Epstein e Weinstein

Al di là della bruttezza della miniserie Netflix, guardandola è impossibile non notare come queste storie di élite degenerate si somiglino tutte.

Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre

E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.

L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti

Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.