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Google + è un “fantasma virtuale”, secondo il Wall Street Journal

Con 90 milioni di iscritti raccolti dalla scorsa estate, Google+, il social network che, secondo la casa madre, sarebbe un ottimo concorrente del gigante Facebook. La realtà è però diversa. Da una parte è vero che Plus ha moltissimi utenti, è vero, ma si tratta di un numero dovuto allo sfarzoso lancio che ne ha accompagnato la nascita. In molti si sono iscritti al social network che avrebbe dovuto rovinare la festa a Facebook, in pochi lo hanno poi utilizzato.

A tal proposito ieri il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo in cui il presentimento dell’utente medio trova conferme nelle parole addetti ai lavori: Google+ non funziona come avrebbe dovuto. Brian Solis, un analista contattato dal quotidiano finanziario, è laconico: «Nessuno vuole un altro social network in questo momento» (un’affermazione in parte discutibile, visto il recente boom di Twitter e Pinterest). «Google non ha spiegato il valore di Google+». Anche John Schappert, COO di Zynga, la società produttrice di social videogame come FarmVille, ha notato come la diffusione dei loro prodotti sia piuttosto lenta su Plus che comunque, ha precisato, «è una buona piattaforma». (Non è un buon periodo per Zyng, che sta incontrando qualche difficoltà anche nel social network che l’ha resa ricca, Facebook).

Gli insider di Google contattati dal Wsj non sono sembrati dei vari “meno” che il loro Plus sta accumulando in meno di un anno di vita e hanno precisato che G+ è solo una dei vari servizi offerti dalla Big G, come GMail, GMaps e Youtube. Plus serve a coprire l’aspetto puramente “social” del web, che fino a prima il motore di ricerca aveva provato a conquistare con prodotti poi abortiti. Il problema è che Plus è un servizio mediocre, poco utilizzato e fuori dal club di siti che aiutano a modificare l’approccio degli utenti alla Rete. Facebook, Twitter e prima di loro MySpace erano e sono riusciti a cambiare le cose; Google+ no, sta a guardare, cosa che Google non è abituata a fare.

Immagine: i social network per numero di iscritti. © Wall Street Journal