Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.
Nobody’s Girl, il memoir di Virginia Giuffre sul caso Epstein, ha venduto un milione di copie in due mesi
Il libro è già alla decima ristampa e più della metà delle vendite si è registrata in Nord America.
«Siamo immensamente orgogliosi di nostra sorella e dell’impatto che continua ad avere sul mondo. Allo stesso tempo siamo colmi di dolore perché non ha potuto essere qui per vedere l’effetto delle sue parole. In sua assenza, la nostra famiglia resta impegnata a fare in modo che la sua voce sia eterna»: così la famiglia di Giuffre ha commentato il successo del memoir di Virginia Roberts Giuffre, una delle vittime più note di Epstein e soprattutto dell’ex principe Andrew, accusato di aver avuto rapporti sessuali con lei quando era ancora minorenne (17 anni). Morta suicida nel mese di aprile all’età di 41 anni, Giuffre non ha purtroppo fatto in tempo ad assistere al successo del suo libro e alle prime conseguenze della sua testimonianza: poco dopo la pubblicazione, infatti, re Carlo III ha privato Andrew Mountbatten-Windsor dei suoi titoli residui e lo ha sfrattato dalla sua residenza reale. Sembrava un inizio promettente, e invece no: secondo quanto comunicato dalla Met Police il 13 dicembre, infatti, l’uomo non affronterà alcuna indagine penale nel Regno Unito in merito alle accuse a suo carico. La famiglia Giuffre ha parlato di “profonda delusione”.
Pubblicato all’inizio di ottobre e scritto insieme all’autrice e giornalista Amy Wallace, Nobody’s Girl ha venduto 1 milione di copie in tutto il mondo nei soli due mesi successivi alla sua uscita. Martedì l’editore Alfred A. Knopf ha condiviso numeri significativi: più della metà delle vendite di Nobody’s Girl proviene dal Nord America, il libro è già alla decima ristampa dopo una tiratura iniziale di 70mila copie. Oltre a riaccendere le critiche nei confronti di Andrew Mountbatten-Windsor, la testimonianza ha rafforzato l’esigenza dei cittadini americani di conoscere la verità sul caso Epstein: sempre più forte e sentita è la richiesta collettiva che il Dipartimento di Giustizia rilasci i fascicoli su Epstein, suicidatosi in prigione nel 2019 mentre era in attesa del processo.
Il mese scorso il Congresso ha approvato l’Epstein Files Transparency Act, che impone la pubblicazione degli Epstein Files entro il 19 dicembre, salvo rari casi in cui la loro diffusione potrebbe compromettere indagini in corso, danneggiare la sicurezza nazionale o obiettivi di politica estera, oppure rivelare informazioni sulle vittime di Epstein. Come si legge sul Guardian, non è chiaro quale rimedio potrebbe essere adottato se il Dipartimento di Giustizia non rispettasse la legge che impone la divulgazione dei documenti.
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