È uno dei giovani festival più interessanti degli ultimi anni, perché mescola arti visive e cinema e ha un programma tanto selezionato quanto “estremo”. Ne abbiamo parlato con Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia in Italia, che del festival è l’organizzatore.
È morto lo scrittore di culto Gilberto Severini
Nel 2011 era arrivato tra i finalisti allo Strega con il libro "A cosa servono gli amori infelici".

È morto il 16 luglio, all’età di 84 anni, Gilberto Severini, scrittore marchigiano molto apprezzato dagli scrittori e dai lettori forti, tra cui Pier Vittorio Tondelli, che lo definì «lo scrittore più sottovalutato d’Italia» (definizione abusata che lui, Severini, così allergico alla retorica, non amava particolarmente). Nato a Osimo, nelle Marche, nel 1941, esordì negli anni Ottanta con un paio di raccolte di poesie, ma i suoi libri più apprezzati furono i racconti e i romanzi, in cui, con sguardo ironico, malinconico e disilluso raccontò la provincia italiana e la vita delle persone che la abitano. Il suo stile era sobrio, anti-retorico e la sua prosa essenziale, quasi invisibile, nei suoi libri parlava anche di rapporti fragili e contorti e di identità sessuali confuse e ambigue (ne parlava in questa bellissima intervista).
Nel 1982, a 41 anni, pubblicò Consumazioni al tavolo, una raccolta di racconti brevi ambientati in bar, circoli e osterie. Due anni dopo uscì Sentiamoci qualche volta, un’altra raccolta di racconti che parlava del disincanto nei rapporti umani: amicizie che si allentano e si spengono senza conflitti e relazioni sentimentali deboli e stanche. Queste due prime importanti raccolte sono state accorpate da Playground, la casa editrice che ha ripubblicato molti suoi romanzi, tra cui i due più noti: Quando Chicco si spoglia sorride sempre e A cosa servono gli amori infelici, finalista al Premio Strega 2011. Ma nel catalogo Playground si trovano anche Congedo ordinario, La sartoria / Il praticante, Backstage, e l’ultimo, Dilettanti, pubblicato nel 2018. Nel panorama letterario italiano Severini era una figura di culto anche per via della sua riservatezza e del suo modo di fare schivo e disincantato, da sempre allergico ai network culturali.

È uno dei giovani festival più interessanti degli ultimi anni, perché mescola arti visive e cinema e ha un programma tanto selezionato quanto “estremo”. Ne abbiamo parlato con Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia in Italia, che del festival è l’organizzatore.