Cultura | Storia

L’assoluzione di Geoffrey Chaucer, 642 anni dopo

Due studiosi hanno scoperto un documento che dimostra che lo scrittore inglese non ha mai commesso lo stupro che lo ha reso uno degli autori più odiati della storia della letteratura.

di Studio

Geoffrey Chaucer in un’incisione di H Shaw, 1402 , dettaglio da una foto di Hulton Archive/Getty Images

Potrà sembrare strano per chi non frequenta l’ambiente, ma il settore degli studi medievali si trova al centro di un appassionante dibattito su sesso, potere e consenso esploso sulle riviste accademiche e su Twitter il 17 ottobre. Protagonista della controversia uno dei personaggi più odiati dagli studenti di tutto il mondo, fissato per sempre nella nostra mente come un omino a cavallo, autore della raccolta di novelle (scopiazzata, come tutti sanno, dal Decameron di Boccaccio) che ha dato forma alla lingua inglese come la conosciamo oggi. Da ormai più di un secolo, gli studenti più pigri hanno un’ottima scusa per non studiare I racconti di Canterbury, nonostante sia unanimemente riconosciuto come il testo fondatore del canone letterario inglese: la scusa è che l’autore, il padre della lingua inglese, lo scrittore, poeta, cantante, burocrate e diplomatico Geoffrey Chaucer, era un noto stupratore. Un atto giudiziario scoperto nel 1873, infatti, suggeriva che intorno al 1380 Chaucer era stato accusato di aver violentato Cecily Chaumpaigne, la figlia di un fornaio londinese. L’interpretazione in questo senso del documento ruotava intorno alla traduzione del termine “raptus”, comunemente tradotto come stupro o rapimento. Nel documento si leggeva che Chaumpaigne liberava Chaucer «from all manner of actions related to my raptus». Il fatto che Chaucer fosse stato accusato di stupro ha ispirato, nel corso dei decenni, letture femministe della figura e della carriera di Chaucer, tra cui l’analisi di racconti come “The Wife of Bath’s Tale” e “The Miller’s Tale” secondo le quali in essi sono raccontati quelle che noi oggi consideriamo molestie sessuali.

Tutto vero fino a ieri: il 17 ottobre, due studiosi (Sebastian Sobecki e Euan Roger) hanno scosso il mondo degli studi chauceriani presentando dei documenti fino ad ora sconosciuti che, secondo loro, dimostrano che il famoso testo del “raptus” non era affatto legato a un’accusa di stupro contro Chaucer: in realtà era stato archiviato come parte di una banale controversia lavorativa, in cui un altro uomo aveva accusato Chaumpaigne di essere andata a lavorare da Chaucer prima che il suo accordo con lui, il suo precedente datore di lavoro, fosse terminato. Non solo: a quanto pare, nel processo registrato dal documento, Chaucer e Chaumpaigne non erano accusato e accusatrice, anzi, erano entrambi imputati. Pubblicata in un numero speciale di The Chaucer Review, la scoperta è stata rivelata al pubblico durante un evento in streaming organizzato dai British National Archives, trasmesso lunedì 17 ottobre e seguito da più di 700 persone. Come sottolinea il New York Times nell’articolo che ha dedicato alla scoperta, in molti sono rimasti colpiti dalle doti “strategiche” dei ricercatori, che non solo sono riusciti a mantenere il segreto fino al momento del “drop” della notizia, ma hanno avuto l’idea, molto giusta, di includere fin da subito nella loro ricerca il commento di tre importanti studiose femministe (Sarah Baechle, Samantha Katz Seal e Carissa M. Harris). In questo modo, Sobecki e Roger sono riusciti a sottolineare che la loro intenzione non era quella di cancellare decenni di importanti ricerche femministe (già descritte in passato come un tentativo di «cancellare Chaucer») sulla figura e sugli scritti dell’autore. Possiamo considerare esagerato il tweet dello studioso di lettere Jonathan Hsy, che ha paragonato la pubblicazione della ricerca al lancio di un nuovo album di Beyoncé. Al netto del paragone ardito, la scoperta degli studiosi è effettivamente notevole: il mondo degli studi medievali è rimasto sbalordito.

Ma da dove sono saltati fuori questi “nuovi” documenti? L’ha raccontato Sobecki: negli ultimi sei anni aveva iniziato a ragionare con Roger, il responsabile dei documenti medievali al National Archive in Gran Bretagna, su dove, nell’immenso archivio dell’istituto, avrebbero potuto trovare nuovo materiale relativo alla vita di Chaucer. La sua curiosità derivava da una ricerca già esistente: nel 1993 lo studioso Christopher Cannon aveva fatto scalpore con la scoperta di una seconda copia del documento “raptus” in cui la parola era stata rimossa, sollevando il sospetto che ci fosse stato qualche tentativo, da parte di Chaucer, di “aggiustare” la storia in suo favore. Analizzandolo meglio, Sobecki aveva notato anche che la grafia sembrava cambiare a metà del documento e si era chiesto se Chaucer avesse assunto un avvocato o un professionista simile per aiutarlo. «Abbiamo iniziato partendo dal sospetto che avesse cercato di nascondere qualcosa», ha detto Sobecki al New York Times.

Mentre cercava il documento originale, Roger si è imbattuto in qualcos’altro: un mandato, di un mese prima, con il quale  Chaumpaigne assumeva due avvocati non per fare causa a Chaucer, ma per difendersi dalle accuse di un uomo di nome Thomas Staundon, un datore di lavoro che la accusava di aver lasciato l’impiego senza autorizzazione. A quel punto, incuriositi, Roger e Sobecki hanno cercato l’atto originale dal quale tutto questo caso giudiziario era partito, presumibilmente conservato nel tribunale penale più antico d’Inghilterra, il King’s Bench. Quando i documenti relativi a quel periodo sono arrivati nei loro uffici, Roger si è accorto che erano ancora conservati nei loro “contenitori” originali: quindi poche persone, se non nessuno, li aveva consultati in centinaia di anni. Tra tutti quei fogli è riuscito a trovare l’atto originale nel caso datato 1379. Dimostrava che Staundon aveva intentato un’azione legale sia contro Chaucer che contro Chaumpaigne, in base a una legge nota come Statuto dei lavoratori, emanata dopo che focolai di peste avevano messo in difficoltà il mercato del lavoro. Chaucer, affermava l’atto, l’aveva assunta illegalmente e poi aveva rifiutato di “restituirla” a Staundon come da quest’ultimo richiesto, causandogli così una «grave perdita». In questo contesto, il termine “raptus” non sta a significare stupro o rapimento, ma «il fatto che Chaumpaigne avesse lasciato l’impiego presso Staundon».

La scoperta è stata accolta con entusiasmo e sorpresa, ma anche con scetticismo: Cannon, lo studioso che scoprì il secondo documento “raptus”, ha dichiarato in una mail di essere convinto che il caso fosse sì una controversia di lavoro e non un caso di stupro, ma di nutrire ancora dei dubbi sull’utilizzo del termine “raptus”, che negli altri casi simili da lui studiati significava sempre «giacere carnalmente con una donna contro la sua volontà». Perché utilizzarlo in una controversia di lavoro? Allo stesso tempo, Cannon ha anche messo in dubbio la rapidità con cui, ai tempi, gli studiosi abbracciarono l’interpretazione dello stupro. «Non credo che gli studiosi di Chaucer si siano dimostrati particolarmente capaci di interpretare questa ambiguità linguistica», ha concluso.