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01:17 martedì 18 novembre 2025
Jeff Bezos ha appena lanciato Project Prometheus, la sua startup AI che vale già 6 miliardi di dollari Si occuperà di costruire una AI capace poi di costruire a sua volta, tutta da sola, computer, automobili e veicoli spaziali.
Le gemelle Kessler avevano detto di voler morire insieme ed è esattamente quello che hanno fatto Alice ed Ellen Kessler avevano 89 anni, sono state ritrovate nella loro casa di Grünwald, nei pressi di Monaco di Baviera. La polizia ha aperto un'indagine per accertare le circostanze della morte.
Vine sta per tornare e sarà il primo social apertamente anti AI Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha deciso di resuscitarlo. A una condizione: sarà vietato qualsiasi contenuto generato con l'intelligenza artificiale.
C’è una app che permette di parlare con avatar AI dei propri amici e parenti morti, e ovviamente non piace a nessuno Se vi ricorda un episodio di Black Mirror è perché c'è un episodio di Black Mirror in cui si racconta una storia quasi identica. Non andava a finire bene.
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.

Come una rivista di videogiochi è arrivata a dominare 1/3 del mercato giornalistico su tablet

27 Agosto 2013

Promemoria per la prossima discussione sul “futuro del giornalismo”: ricordarsi di non contare troppo sulle versioni per iPad delle riviste. Almeno per ora.

Secondo una ricerca della Alliance for Audited Media statunitense, nella prima metà del 2013 solo il 3,3% della circolazione totale di riviste e quotidiani (ovvero 10,2 milioni di abbonamenti in tutto) sarebbe “passato” per i tablet. Non è una buona notizia, visto che in molti casi le edizioni digitali sono prodotti molto costosi che rappresentano investimenti di un certo peso, specie in un periodo di crisi come questo.

Se da un lato si può dire che con l’inevitabile diffusione capillare di tablet anche il numero di abbonamenti prima o poi crescerà, il dato più stupefacente è però un altro, ed è legato a una rivista specializzata in videogiochi. Il suo nome è Game Informer e la sua edizione per tablet (Apple e Android) conta circa 3 milioni di abbonati, ovvero quasi un terzo del totale delle iscrizioni a testate giornalistiche “mobile”, nota Advertising Age.

Game Informer è una vecchia gloria del giornalismo sui videogiochi; mensile fondato nel 1991 appartenente alla catena di negozi specializzati GameStop, sfrutta la spinta di un’offerta promozionale molto conveniente: i clienti più affezionati dei punti vendita possono infatti chiedere la PowerUp Rewards Pro Card, una “tesserà fedeltà” con la quale possono accedere a offerte e sconti – e ogni mese, ricevere una copia di Game Informer.

La tiratura totale della rivista è di 7,8 milioni di copie al mese: di queste 4,9 milioni sono cartacee, il resto digitali. Secondo Rob Borm di GameStop, più del 99% delle iscrizioni al magazine sono legate alla carta fedeltà della catena, una trovata che dal 2010 ha fatto decollare gli abbonamenti per tablet da quota 4,844 copie agli impressionanti numeri di oggi.

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