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La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
In Francia è scoppiato un nuovo, inquietante caso di “sottomissione chimica” simile a quello di Gisèle Pelicot Un funzionario del ministero della Cultura ha drogato centinaia di donne durante colloqui di lavoro per poi costringerle a urinare in pubblico.
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".
Secondo una ricerca dell’università di Cambridge l’adolescenza non finisce a 18 anni ma dura fino ai 30 e oltre Secondo nuove analisi neuroscientifiche, la piena maturità cerebrale degli adulti arriva molto dopo la maggiore età.
I fratelli Duffer hanno spiegato come settare la tv per guardare al meglio l’ultima stagione di Stranger Things I creatori della serie hanno invitato i fan a disattivare tutte le “funzioni spazzatura” delle moderne tv che compromettono l'estetica anni '80 di Stranger Things.
L’incendio di Hong Kong potrebbe essere stato causato dalle tradizionali impalcature in bambù usate nell’edilizia della città Le vittime accertate sono 55, ci sono molti dispersi e feriti gravi. Sembra che il rogo sia stato accelerato dal bambù usato nei lavori di ristrutturazione.
L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.

Nei corridoi di un ospedale abbandonato

Dopo la polemica sull'ex sanatorio Carlo Forlanini di Roma per una sua riapertura durante l’emergenza, una serie di scatti di Guido Gazzilli ne mostra lo stato attuale.

di Studio
24 Maggio 2020

Fuori dalle pagine che l’hanno romanticizzata nell’Ottocento, quando Mimì, nella Bohème, si assopiva accanto all’amato prima di congedarsi dal mondo – molte persone allora credevano causasse sensazioni di euforia note come “speranza del consunto” –, la tubercolosi continuò il proprio percorso attraverso i secoli. Tanto che in Italia, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, le ripercussioni sociali ed economiche di una malattia che falcidiava soprattutto gli operai delle fabbriche furono enormi. Proprio per questo, attraverso un contributo iniziale di 3 milioni di lire, in soli quattro anni (dal 1930 al 1934), venne realizzato quello che fu definito il più grande ospedale del mondo dedicato esclusivamente alle malattie polmonari: il Forlanini di Roma, tornato durante l’emergenza Coronavirus al centro del dibattito politico circa una sua possibile riapertura.

Inizialmente chiamato Sanatorio Benito Mussolini, e successivamente intitolato al medico inventore del pneumotorace che salvò numerosi tubercolotici, Carlo Forlanini, si tratta di un complesso di 280 mila mq con planimetria a ferro di cavallo, unica in Italia, con l’idea non solo di riprodurre il sistema respiratorio umano, ma soprattutto di assicurare aria e luce per le camere dei circa 2 mila decenti previsti all’epoca: in grado di spostarsi da una stanza all’altra attraverso una lunghissima balconata, e potendo così godere di aria e sole. Lungo i viali, inoltre, vennero piantate numerose tipologie diverse di alberi, dal Ginkgo Biloba a rare specie di palme. E poi cliniche, laboratori, un osservatorio anatomico, una scuola, una stazione radio, teatri, cinema, sale di lettura, due chiese: tutto per ricreare una città dentro alla città, un microcosmo in cui i pazienti avrebbero potuto provare a vivere, come si dice oggi, una “nuova normalità”.

Alcuni medici dell’Ospedale San Camillo di Roma, in cui 5 anni fa sono state trasferite le ultime residuali attività assistenziali del Forlanini (dopo essere stato lasciato in stato di abbandono per anni, venne chiuso definitivamente nel 2015 per i tagli alla Salute), cercando di spiegare come il vasto complesso non avrebbe potuto rispondere ai requisiti strutturali e organizzativi necessari per combattere il virus, hanno avvisato di non farsi “prendere dalla nostalgia” dell’edificio. La stessa che Guido Gazzilli ha catturato nella sua serie di scatti, mostrando l’azione corrosiva del tempo tra le stanze, i corridoi, sulle scrivanie, le camere da letto, le panche della chiesa. Perché è il fascino non fascino di alcuni luoghi, ricordati in virtù del significato e del ruolo svolto durante la loro epoca. Di quello che assumono e, nel caso del Forlanini, potrebbero assumere oggi.

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