La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.
L’Enrico VIII di Shakespeare non è stato scritto solo da Shakespeare

Non sono poche le opere di Shakespeare su cui aleggia la leggenda. Soprattutto considerando la controversia iniziata nel diciottesimo secolo circa l’attribuzione dei suoi lavori, che dibatteva sull’ipotesi che fossero stati scritti da un altro autore o, addirittura, da un gruppo di letterati. Tra le teorie, c’era quella dell’autore inglese James Spedding che nel 1850, nel saggio Chi ha scritto Enrico VIII?, aveva attribuito il dramma a John Fletcher, esponente del teatro elisabettiano, mettendo così in dubbio la paternità dell’opera. A 169 anni di distanza, un algoritmo ha analizzato il testo e ha confermato il coinvolgimento di un secondo autore. Si tratterebbe proprio di Fletcher.
Attraverso una tecnologia che utilizza l’Intelligenza Artificiale, il ricercatore dell’Accademia di Scienze di Praga, Petr Plecháč, ha infatti tarato il proprio algoritmo su alcune scene tratte da opere di Shakespeare, come La tempesta, Racconto d’Inverno, Cimbelino e Coriolano, e su altre tratte dai lavori di Fletcher, quali Valentiniano, Monsieur Thomas, The Woman Prize e Bonduca. Prendendo in considerazione i termini utilizzati, la loro ricorrenza e il ritmo mediante un approccio definito “rolling window” (focalizzando cioè l’attenzione sullo stile e non sul contenuto delle singole scene), a John Fletcher sarebbe attribuita quasi metà dell’opera. Stando a quanto riporta il Guardian, Shakespeare avrebbe scritto solo alcune scene del dramma ispirato alla figura del sovrano d’Inghilterra: nello specifico, la scena III dell’Atto II sarebbe stata scritta da entrambi gli autori, insieme, mentre Shakespeare comparirebbe quale unico responsabile per le prime due scene negli Atti IV e V e per una parte del V.
«È una tecnologia estremamente accurata, poiché si basa sulle parole dell’opera e permette di riconoscerne l’autore con grande precisione», ha spiegato l’esperto. Sebbene dal 1850 siano nati molti studi a sostegno della tesi di Spedding e molti altri che l’hanno confutata, l’approccio di Plecháč differisce da ogni tipo di ricerca, perché «non classifica intere scene ma piuttosto piccoli frammenti di testo».

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.