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Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.
Il video dell’omicidio di una ragazza ucraina a Charlotte, North Carolina, è diventato un’arma di propaganda di tutta la destra mondiale A partire, ovviamente, dal movimento Maga nel Stati Uniti, da Donald Trump in persona, fino all'Italia, a Matteo Salvini.
Le proteste di Bloquons tout in Francia sarebbero partite tutte da un post in un gruppo Telegram Un post neanche tanto recente: è apparso su Telegram a maggio ma è diventato virale negli ultimi giorni, subito prima e subito dopo le dimissioni di Bayrou.
C’è un nuovo uomo più ricco del mondo che ha superato Elon Musk grazie all’AI Si chiama Larry Ellison e ha scavalcato l'allievo-rivale grazie alla crescita record della sua Oracle, dovuta agli investimenti nell'intelligenza artificiale.

L’Emoji e la legge. Una faccina può cambiare una sentenza?

27 Ottobre 2015

Inserire una faccina sorridente alla fine di un messaggio minatorio potrebbe evitare una denuncia? E accusare qualcuno di corruzione con un testo che termina con una “linguaccia” mette al sicuro da querele? Forse sì, ma il punto è che potrebbe non essere sempre così. Un articolo di Slate affronta il rapporto tra emoticon e tribunali, citando esempi della confusione che le “faccine” hanno generato nel campo giurisprudenziale. Il problema, come Scott Fahlman – considerato il padre delle suddette – notò già verso la metà degli anni ’80, sta nella comprensione spesso soggettiva delle emoticon, che rende molto difficile stabilire con certezza cosa si voglia intendere di volta in volta.

Un gruppo di ricerca sloveno il mese scorso ha pubblicato l’“Emojii Sentiment Ranking”, un report dove si nota che tanti dei modi in cui si usano le Emoji, le emoticon più diffuse, sono controintuitivi: la faccina delusa ma sollevata disapp per sentimenti positivi, il panda panda (più di ogni altro animale) per quelli negativi.  Stando a quanto scrive Slate, una delle Emoji più controverse è quella ammiccante blink. Lo scorso agosto un giudice in Delaware ha condannato il ripetuto utilizzo del blink in alcuni messaggi che un uomo inviava a una collega, mentre nel 2011 un texano ha provato a difendersi da un’accusa di stupro sostenendo che l’emoticon ;) inviata dal telefono della vittima rendesse quest’ultima consenziente all’atto.

L’ambiguità delle emoticon è stata sottolineata anche da Mark Davis, ingegnere di Google a capo dell’Unicode Consortium (un gruppo di esperti di tecnologia e linguistica che lavora per standardizzare l’utilizzo delle Emoji) che recentemente ha dichiarato al Times: «Prova a comunicare a qualcuno usando solo le Emoji che devi andare a tagliare i capelli, ma che devi farlo entro le tre del pomeriggio, perché poi devi andare a prendere i bambini a scuola. Ne uscirà una serie di simboli che possono essere interpretati in mille modi diversi».Un giudice distrettuale in Michigan ha dovuto giudicare l’utilizzo della linguaccia (emoji) nel caso di uno studente universitario accusato di stalking. Il ragazzo ha giustificato i messaggi che inviava a un amico, nei quali confessava di essere un «piccolo bastardo» che voleva far sentire la compagna di classe che l’aveva rifiutato «uno schifo», con la linguaccia contenuta in alcuni in essi, un simbolo che a suo dire sottolineava «un sentirsi infelice» piuttosto che un desiderio di vendetta. Il giudice non è stato però d’accordo, concludendo che un’emoticon «non altera davvero il significato di un messaggio».

Una conclusione che sembra essere condivisa anche dal linguista californiano Tyler Schnoeblen, che riferendosi al caso dello stupro in Texas ha ironicamente detto a Slate «che io sappia, nessun Emoji con l’occhiolino ha mai significato “voglio fare sesso con te ogni volta che me lo chiedi”».

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