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L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
Anche quest’anno in Russia è uscito il calendario ufficiale di Vladimir Putin Anche nel 2026 i russi potranno lasciarsi ispirare dalle foto e dalle riflessioni del loro presidente, contenute nel suo calendario
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine Il libro dell’ex presidente francese sulla sua carcerazione lampo a La Santé ha già trovato un editore e verrà presto pubblicato.
Nel primo teaser del nuovo Scrubs c’è la reunion di (quasi) tutto il cast originale J.D., Turk, Elliot e anche il dottor Cox al Sacro cuore dopo 15 anni, invecchiati e alle prese con una nuova generazione di medici. Ma c'è una grave assenza che i fan stanno già sottolineando.
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La nuova funzione di geolocalizzazione di X si sta rivelando un serio problema per i politici Non è facile spiegare come mai i più entusiasti sostenitori di Donald Trump postino dall'India o dalla Nigeria, per esempio.
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Perché i latinoamericani odiano Emilia Pérez

I premi ottenuti ai Golden Globe hanno acuito il contrasto tra il plauso della critica internazionale e l'astio del continente sudamericano, soprattutto del Paese che il film vorrebbe raccontare, il Messico.

di Studio
07 Gennaio 2025

Un tempismo interessante, nota Deadline, condividendo su X il video virale in cui si vede Luca Guadagnino (il suo Challengers ha vinto un Golden Globe per la Miglior colonna sonora originale) alzarsi e andarsene proprio nel momento in cui viene annunciato che Emilia Pérez è stato nominato come miglior musica/commedia dell’anno (ha anche vinto i premi per la migliore attrice non protagonista, Zoe Saldaña, la migliore canzone originale, “El Mal”, e il miglior film non in lingua inglese). Osservando i commenti a questo video, non si può non notare un dettaglio interessante: quasi tutti inneggiano alla fuga del regista trattandolo come un eroe, arrivando a conferirgli addirittura il titolo di «latinoamericano onorario». Che sia vero o no che Guadagnino detesti Emilia Pérez (può anche darsi che non volesse rimanere bloccato nel traffico, dopotutto era l’ultimo premio della serata, fa notare qualcuno), di sicuro il video ha intercettato il malcontento nei confronti del film, in particolare da parte del pubblico latinoamericano. E non per questioni meramente artistiche (in tanti pensano che il premio del miglior film sarebbe dovuto andare Wicked, The Substance, Anora o Challengers).

Dopotutto, alla gente dei festival e dei premi, Emilia Pérez sembra piacere molto: è stato osannato a Cannes e domenica ha vinto quattro Golden Globe. Il film racconta la storia di Rita (Zoe Saldaña), un’avvocatessa di Città del Messico, che aiuta un leader del cartello (Karla Sofía Gascón) a cercare un medico disposto a eseguire un intervento chirurgico di affermazione di genere in segreto. Dopo alcune scene musical, tra cui la canzone ormai virale “La Vaginoplastia”, l’ex signore della droga diventa Emilia Pérez. Il film segue il viaggio di Pérez per aiutare le persone che hanno sofferto a causa sua quando era ancora un kingpin, mentre si riunisce ai suoi figli e alla sua ex moglie Jessi (Selena Gomez) sotto le mentite spoglie di “zia Emilia”.

«Il più grande successo di Emilia Pérez è stato quello di unire tutti i latinoamericani, perché dal Messico alla Patagonia, odiamo tutti questo maledetto film», è uno dei commenti che si leggono su X, oltre a «Un pasticcio razzista e xenofobo con una pessima rappresentazione del Messico realizzata da un regista francese che non si è nemmeno preoccupato di fare ricerche sulla nostra cultura» e «Emilia Pérez è un esempio di come si possa mettere assieme ogni cliché, ignoranza e mancanza di rispetto verso una delle crisi umanitarie più gravi del nostro tempo. Recitazione scadente, con una sceneggiatura debole e un musical eseguito in modo disastroso». Tutti gli utenti latinoamericani sembrano essere d’accordo nell’accusare il film diretto da Jaques Audiard di perpetuare gli stessi stereotipi che Hollywood ha perpetuato per decenni. Durante la serata dei Golden Globe, su X era facilissimo imbattersi in questo testo, ricondiviso migliaia di volte: «Questo è un messaggio all’Academy: il Messico odia Emilia Pérez. È una presa in giro razzista ed eurocentrica. Sono quasi 500.000 (le vittime della guerra tra i cartelli della droga messicani che imperversa dal 2006 a oggi, ndr) i morti e la Francia decide di fare un musical senza messicani nella troupe o nel cast». 

La rabbia degli spettatori latini, infatti, ha coinvolto anche il cast. L’accento spagnolo di Selena Gomez è stato definito «indifendibile» (lei ha provato lo stesso a difendersi, dicendo che non parlava spagnolo da quando aveva 7 anni e ha dovuto reimparare in soli sei mesi). Non è piaciuto nemmeno il tono con cui l‘attrice protagonista Karla Sofía Gascón (prima persona transgender a ricevere una candidatura ai Golden Globe) ha difeso il film sui social: le sue risposte che ha dato al pubblico messicano sono state definite “sprezzanti”. Come si legge su Newsweek, «il contrasto tra il plauso della critica all’estero e il rifiuto nel Paese che il film intendeva ritrarre non avrebbe potuto essere più netto».

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