Cose che succedono | Stati Uniti

C’è una mappa elettorale molto più veritiera delle altre

L’America è davvero per metà trumpiana? Viene da chiederselo guardando molte delle mappe elettorali che stanno circolando tra siti e social network provando ad analizzare graficamente la situazione. Anche se è ancora difficile poter credere con certezza a una vittoria piuttosto che all’altra, con i due candidati che si sono auto proclamati vincitori nella corsa alla Casa Bianca, con il Wisconsin e il Michigan assegnati al candidato dem ma con i ricorsi annunciati dal presidente e lo spettro della Corte Suprema. Dopo la formidabile affluenza di massa e lo spettacolo di partecipazione democratica – tanto che Joe Biden sarebbe il candidato più votato nella storia delle presidenziali americane, battendo anche Barack Obama che nel 2008 aveva conquistato 69.498.516 voti – continuare a vedere una preminenza di stati rossi nelle mappe è strano e fuorviante. Su Twitter, Bettina Forget, un’artista visiva, ha postato quella che sembra essere la visualizzazione grafica più veritiera: «La terra non vota. Le persone lo fanno», una frase che viene usata per spiegare quanto le mappe elettorali americani siano fraintendibili.

Contrariamente ai sondaggi della vigilia, che in certi casi lasciavano presagire lo sdoganamento della cosiddetta “onda blu” con vittoria netta di Biden, le elezioni presidenziali statunitensi si stanno rivelando polarizzate, certo. Ma non così tanto. Nel Paese ci sono Stati sempre più “blu” come l’Illinois, gli Stati della costa Ovest e buona parte di quelli del New Englanda Nord-Est. Stati ad alto reddito, dominati dall’economia dei servizi, con popolazione fortemente urbanizzata. A questo gruppo di Stati si contrappone l’America profonda dei cosiddetti flyover States, conservatrice, identitaria, agricola e industriale, sempre più repubblicana: gli Stati rossi. A giudicare da questa rappresentazione grafica, però, che riflette maggiormente sulla densità del voto tra zone rosse e blu, e per tanto è più realistica, sarebbe sbagliato parlare, nel caso di vittoria di Biden, di una “vittoria a metà”. O di un’America che continua a essere mezza trumpiana.