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14:47 giovedì 18 settembre 2025
Il candidato della Francia all’Oscar per il Miglior film internazionale è un film ambientato in Iran, che parla di Iran e diretto da un iraniano Dalla Palma d’Oro a Cannes alla candidatura francese agli Oscar, il viaggio di Jafar Panahi attraverso le crepe della politica e del cinema
Sulla tv del ministero della Difesa russo c’è uno show fatto con l’AI che trolla i politici stranieri Macron con i bigodini rosa, Trump che parla di gabinetti dorati, von der Leyen in versione soviet: questo il meglio che la "satira" russa offre.
Il late show di Jimmy Kimmel è stato sospeso per dei commenti di Kimmel su Charlie Kirk Commenti che però Jimmy Kimmel non ha mai fatto.
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.

La storia del presunto dissing di Drake che però è stato fatto da una AI

17 Aprile 2024

Se seguite la cronaca quotidiana dell’hip hop, c’è la possibilità che sappiate già tutto ma che comunque non riusciate a raccapezzarvi. Non è colpa vostra, intendiamoci: nemmeno gli addetti ai lavori e i giornali specializzati sono riusciti a capirci quasi nulla fino a questo momento. Parliamo di quella che è stata ribattezzata la civil war dell’hip hop contemporaneo, in particolare del suo ultimo sviluppo: sembrava che da questa guerra civile stesse per emergere definitivamente vincitore Drake, già in vantaggio grazie alla diss track “Push Ups (Drop and Give Me 50)”, in cui rintuzzava tutti i rapper che nelle ultime settimane lo avevano a loro volta dissato – con tutti si intende proprio tutti: Metro Boomin, Future, Kendrick Lamar, ASAP Rocky, The Weeknd, a un certo punto, senza che nessuno lo avesse interpellato, nella mischia si è buttato pure Rick Ross, e ancora nessuno che abbia capito perché tutta questa gente all’improvviso abbia deciso di esprimere pubblicamente la propria antipatia per Drake – ma adesso si è scoperto che la traccia che tanti già consideravano il colpo di grazia inferto da Drake ai rivali (“Hi Whitney”) è in realtà opera di un’intelligenza artificiale. La conferma è arrivata dallo stesso Drake tramite DJ Akademics, podcaster e streamer tra i più popolari e bene informati dell’hip hop.

Gli hater di Drake stanno già usando l’accaduto a fini di ironia: per forza che tutti hanno preso per vera questa traccia, le canzoni di Drake sembrano generate dall’intelligenza artificiale anche quando è davvero Drake a scriverle. Va detto però che è successa la stessa identica cosa con un’altra diss track, una supposta e immediata risposta di Kendrick Lamar alla “Push Ups (Drop and Give Me 50)” sopra citata. Anche di questa si è parlato molto nelle ultime ore, da quando sui social si è cominciato a discutere dell’ennesimo leak di questi giorni: in questo caso, però, non abbiamo nemmeno fatto in tempo a scoprire il titolo della canzone prima di venire a sapere che era un prodotto dell’AI. E dire che erano già tanti gli utenti che assicuravano di averla ascoltata e di essere certi che quelle fossero ovviamente la voce, la prosa, le rime di Lamar, imbestialito dal fatto che Drake avesse osato coinvolgere nella “battaglia” la sua promessa sposa (Whitney è il nome della fidanzata di Lamar).

In ogni caso, tutto questo dimostra quanto questa cosiddetta civil war stia attirando le attenzioni degli appassionati. Non a caso, Spotify ne ha già approfittato per farne un veicolo di marketing, acquistando spazi pubblicitari a New York per spiegare a tutti che quello che sta succedendo tra Drake e tutti gli altri è la dimostrazione che «Hip-hop is a competitive sport», quindi intrattenimento, tutte cose fatturabili per l’azienda, in ogni caso. Ulteriore prova di questo fatto è l’attenzione che la “guerra civile” sta ricevendo ormai anche sui media generalisti. Se è abbastanza normale che una rivista online come Vulture produca una guida/riassunto che spiega tutto quello che sta succedendo, è certamente peculiare vedere anche un quotidiano come il Washington Post interessarsi alla faccenda e proporre pure lui ai suoi lettori un bignami con il quale capire di che cosa si stia parlando. Tutti, in ogni caso, in questi giorni si chiedono chi uscirà vincitore tra questo tutti contro Drake. Magari alla fine sarà l’AI.

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