Hype ↓
01:28 venerdì 12 dicembre 2025
La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è assediata non solo dai turisti, ma anche dalle truppe Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.
Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.
Secondo una ricerca, nel 2025 abbiamo passato online più tempo che durante i lockdown Oramai i "vizi" presi durante la pandemia sono diventati abitudini: ogni giorno passiamo online tra le quattro e le sei ore.
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.

Abbiamo ancora bisogno del Mereghetti

È uscita l’edizione 2021 del Dizionario dei Film del critico cinematografico, che dal ’93 è fonte di studio e rassicurazione. Soprattutto quest’anno.

03 Dicembre 2020

Credo di aver consultato il Mereghetti più volte quest’anno che nei dieci precedenti messi insieme. Non avevo voglia di imparare a fare il pane, ho iniziato poche serie Tv perché mi sembrano sempre meno una promessa che sono disposto a fare, e così ho guardato una marea di film. E piano piano il mio Dizionario dei Film datato 2004 si è conquistato la strada verso il centro del villaggio. Se ne stava dimenticato su uno scaffale basso e periferico, gli ultimi mesi invece li ha trascorsi stabilmente sul divano, ci è arrivato e non si è più spostato. Per me è uno degli oggetti del lockdown, come le autocertificazioni e il disinfettante. Nel frattempo è appena uscita l’edizione 2021 del Dizionario ed erano anni che non mi sembrava avesse tanta eco. Un po’ perché abbiamo tutti visto più film di quanto sarebbe sano, spesso vecchi film, cioè la materia di cui sono fatti i Mereghetti. Ma credo ci sia anche la nostalgia verso una forma di un sapere ben cartografato, vasto ma circoscritto, in ordine alfabetico e con le stellette. Il nostro rapporto con la conoscenza quest’anno ci è sembrato a lungo compromesso e il Mereghetti invece è un feticcio di rassicurazione, un oggetto riposante al quale affidarsi.

Il bisogno alla base del Dizionario dei Film nasceva alla fine degli anni ’80, con un’esplosione di offerta cinematografica senza precedenti, quella delle Tv commerciali, con palinsesti pieni di film vecchi, nuovi, memorabili, orribili, alta tensione, i bellissimi. Negli stessi anni in cui Mereghetti concepiva il suo Moby Dick della catalogazione, iniziavano anche le trasmissioni di un moltiplicatore di orizzonti e ossessioni come Fuori Orario di Enrico Ghezzi. Ovunque uno guardasse, c’erano film da vedere. I numeri ci dicono quanto fosse vasto quel bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi nel disordine: la prima tiratura fu di 5mila copia, se ne vendettero 60mila. Lo pubblicò (e lo pubblica ancora) Baldini&Castoldi, al quale il Dizionario dei Film approdò dopo una serie di tentativi a vuoto, come ha raccontato l’autore al Manifesto: «Livio Garzanti, l’editore a cui l’avevo sottoposto, non amava per nulla il cinema». Poi, altri colloqui, altri editori incuriositi ma spaventati, e infine la pubblicazione, grazie ad Alessandro Dalai. Il Mereghetti prese forma, pagine e 13mila voci, praticamente un acconto, visto che oggi sono il triplo, sparse in 7mila pagine e tre volumi.

Il modello editoriale di Mereghetti era la Leonard Maltin’s Movie and Video Guide, alla quale è sopravvissuto, visto che quella di Maltin non esce più dal 2014. Però quella era una guida e non un dizionario, aveva un approccio talvolta corsaro e sbrigativo, niente a che vedere con la compostezza istituzionale e quasi museale di Mereghetti. Per tono e stile, Maltin si sentiva sui social prima dei social. Finì pure nel Guinness dei primati per la recensione più breve della storia del cinema, il musical Isn’t It Romantic? liquidato con un «No», e Scuola di polizia 4: «More of the same, only worse», ovvero la stessa roba di prima, solo peggio. Stesso film, analogo concetto, ma in mereghettese suona così: «Formula stantia, divertimento arduo». Le voci oggi sono 33 mila, 33 mila brevissime operazioni chirurgiche, frutto di un lavoro collettivo con altri critici, probabilmente anche di molti litigi e altrettante frustrazioni, sulle quali il Mereghetti eponimo ha comunque diritto all’ultima parola. Se volete litigare su un giudizio, è con lui che dovete farlo.

La mia edizione è del 2004, risale al mio primo (e unico) tentativo di interessarmi al cinema in modo sistematico. Era dedicata al critico Alberto Farassino, scomparso l’anno precedente, aveva Alberto Sordi di Un americano a Roma in copertina e nell’introduzione il critico scriveva: «Nel momento in cui esce la sesta edizione, il cinema sta vivendo uno dei suoi periodi più tumultuosi, in cui vecchi e rassicuranti confini si stanno sgretolando sempre più in fretta». È cambiato tutto e non è cambiato nulla, il periodo è sempre tumultuoso, i confini si stanno sempre sgretolando, nel 2004 il nemico alle porte erano i Dvd, ora sono lo streaming, le serie, la pandemia. A Rolling Stone Mereghetti ha detto: «Questa è la seconda o terza edizione in cui schediamo film apparsi solo in streaming. Tutti dicono che la pandemia ha favorito gli abbonamenti e le visioni online, ed è vero. Ma il cinema ha bisogno della sala, e non solo per la qualità della visione». Il Dizionario era nato per catalogare l’esistente, oggi è anche un baluardo che sta lì per provare a difenderlo, dosando per tutti noi i livelli tollerabili di innovazione: sì allo streaming, ma no alla digitalizzazione.

Visto che ho un Mereghetti del 2004, quell’anno per me è una specie di limes cinematografico. I film prima del 2004 sono terra conosciuta e messa su una mappa, da consultare se qualcosa non mi torna, se ho bisogno di un parere o di un pulsante di emergenza contro il disordine. Dal 2005 in poi me la devo cavare da solo ed è ovviamente sano avere quindici anni di film sui quali non conosco l’opinione di Paolo Mereghetti. E poi dal Mereghetti abbiamo tutti dovuto imparare a staccarci, è il viaggio dell’eroe per un paio di generazioni di critici, giornalisti e appassionati. Le voci stanno lì per litigarci, discuterci, e poi ignorarle. A un certo punto si smette di consultarlo, è stato necessario staccarsi dal padre, uccidere il dizionario, lanciarsi nel mare grande delle opinioni di blog e social, fare a botte, darne, prenderne, sbagliare da soli. Ma ora mi sembra finalmente arrivato il momento di tornare alla casa del padre: alla fine di un anno come questo guardo al Dizionario con un bisogno di rassicurazione senz’altro sospetto. Come quando uscì la prima edizione, c’è sempre una dinamica di bisogno e soddisfazione. Nel 1993 c’erano troppi film in libera circolazione e serviva qualcuno dotato di un magico potere di riordino. Alla fine del 2020 i nostri guai sono un po’ più complicati di così, ma il Dizionario dei Film continua ostinatamente ad aggiungere, catalogare, revisionare ed essere pubblicato ed è già una buona notizia così. In epoca digitale, il nostro modello del bisogno di conoscenza istantaneo è diventato Shazam, uno strumento da puntare contro il creato e far uscire il titolo della canzone, il nome del fiore e così via. Una forma di nevrosi che non può trovare mai pace. Invece il Dizionario dei Film si ingrandisce, si espande, ma non perde mai quella meravigliosa caratteristica di avere un inizio e una fine.

Articoli Suggeriti
L’affare Netflix-Warner Bros. è il trionfo del tecnofeudalesimo

A prescindere da come andrà a finire, questa storia è la prova di un fatto: impedire a una megacorporation di fare quello che vuole fare è diventata un'impresa quasi impossibile, ormai.

Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove

I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.

Leggi anche ↓
L’affare Netflix-Warner Bros. è il trionfo del tecnofeudalesimo

A prescindere da come andrà a finire, questa storia è la prova di un fatto: impedire a una megacorporation di fare quello che vuole fare è diventata un'impresa quasi impossibile, ormai.

Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove

I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.

La mostra di Hito Steyerl è come un’isola fuori dal tempo nel centro di Milano

L'artista tedesca porta negli spazi di Osservatorio, in Galleria Vittorio Emanuele II, un progetto che intreccia fisica quantistica, IA e archeologie sommerse.

È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping

Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.

Per impedire a Netflix di acquisire Warner Bros., Paramount ha chiesto aiuto ad Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi e pure al genero di Trump

Lo studio avrebbe chiesto aiuto a tutti, dal governo USA ai Paesi del Golfo, per lanciare la sua controfferta da 108 miliardi di dollari.

Dopo il furto dei gioielli, ora il Louvre è nei guai a causa delle infiltrazioni di acqua e degli scioperi dei dipendenti

Le infiltrazioni hanno danneggiato 400 documenti della biblioteca del Dipartimento delle antichità egizie, confermando i problemi che hanno portato i lavoratori allo sciopero.