06:55 sabato 21 giugno 2025
Sia Israele che l’Iran hanno già messo al sicuro il loro patrimonio artistico Il problema è quella parte del patrimonio dei due Paesi che non può essere spostata. Solo in Iran ci sono 28 siti Unesco impossibili da proteggere.
Le notifiche del telefono fanno male e adesso c’è anche una ricerca che lo dimostra Si chiama alert fatigue e tante persone hanno già deciso come affrontarla: disattivando tutte le notifiche, sempre.
Il sindaco di Budapest ha detto che il Pride in città si farà nonostante il divieto di Orbán «Il Municipio di Budapest organizzerà il Budapest Pride il 28 giugno come evento cittadino. Punto», le sue parole.
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Skims sta inviando soldi via PayPal a centinaia di clienti senza dare alcuna spiegazione Tutto è cominciato con un tiktok, a cui ne sono seguiti decine e decine. Adesso, gli investigatori di internet stanno cercando di svelare il mistero.
La storia della chiusura del Museo del Fumetto di Milano non è andata proprio come si era inizialmente raccontato Un articolo di Artribune ha svelato che nella chiusura c'entrano soprattutto mancati pagamenti e gestione inefficace, non la cattiveria del Comune.
David Fincher vuole salvare Mindhunter trasformandola in una trilogia di film Lo ha rivelato l'attore Holt McCallany, uno dei due protagonisti della serie. A suo dire, ci sarebbero degli sceneggiatori già al lavoro.
Una delle analisi più sensate della guerra tra Israele e Iran l’ha fatta Jafar Panahi su Instagram Il regista ha postato un lungo messaggio, in cui condanna sia il governo israeliano che il regime iraniano.

Di cosa si è parlato questa settimana

Balli del qua qua, liberatorie non firmate, meme a non finire: la settimana in cui Sanremo ha riscritto la definizione di cringe.

di Studio
10 Febbraio 2024

Sanremo – Travolta da un insolito destino
Dev’essere difficile quando hai quasi settant’anni e ti chiedono di fare un balletto di un film che hai fatto trent’anni prima. Però vabbè, hai un contratto blindato inclusa pubblicità occulta di un marchio di scarpe che infatti vengono inquadrate con insistenza dalla televisione pubblica. Pensavi di passarla liscia? E invece no, siamo in Italia, anzi a Sanremo, e se non c’è una polemica enorme e incasinatissima non siamo contenti. Ti hanno pure fatto ballare il Qua Qua registrando uno dei momenti più cringe nella storia dello spettacolo, roba che sarà nella scheda gialla del Trivial Pursuit del 2054, e anche qui polemica. Non hai firmato la liberatoria per la riproduzione, e tutti si sono indignati pensando che fosse una ripicca, quando è una cosa normale. Non un Sanremo memorabile per John Travolta, sbeffeggiato, nella notte di giovedì, anche dall’altro ospite Russell Crowe. Che ha mimato un “qua qua” con le mani per poi sbottare in un eloquente: «What the fuck!».

Ancora Sanremo – Sanmeme
Con la tracotanza tipica degli ospiti internazionali, Travolta alla fine si è preso tutto lo spazio e tutte le attenzioni e tutta la ridicolizzazione. Ma noi siamo degli autarchici e la nostra missione qui è ricordare che non abbiamo bisogno di stranieri che vengano a insegnarci i meme: siamo capacissimi di farceli tra noi autoctoni. Soprattutto a Sanremo, vero e unico generatore di meme italiani all’altezza, di qualità. L’ipnotica faccia di Stash, i balletti scattosi della brunetta dei Ricchi e Poveri, Big Mama, Geolier, ma la lista potrebbe proseguire fino a comprendere tutti i cantanti in gara, tutti quelli che li hanno affiancati nella serata dei duetti, tutti i direttori d’orchestra, tutti gli ospiti: questa è l’edizione in cui Sanremo ha definitivamente accettato la sua natura caciarona, in cui si è compiuta finalmente la trasformazione in generatore di meme, appunto. Se davvero questa sarà l’ultima volta di Amadeus, potrà andarsene consapevole di aver lasciato questa immensa eredità a chi verrà dopo di lui.

Musica – Granmy
La settimana è iniziata con i Grammy, che anche quest’anno si sono confermati poco brillanti. A parte le esibizioni di Tracy Chapman, che ha emozionato il pubblico ritornando a esibirsi dal vivo dopo dieci anni, e quella di Joni Mitchell, anche lei venerata da vecchi e giovani sui social, la cerimonia si è svolta con il solito susseguirsi di polemiche più o meno interessanti. Jay-Z che bacchetta i Grammy per non aver mai premiato Beyoncé con l’Album dell’anno (nonostante sia l’artista con più Grammy), Taylor Swift che trascina Lana del Rey sul palco a guardarla ritirare un premio che lei ha appena perso, e Taylor Swift che annuncia il suo prossimo album di fronte a una platea più annoiata che divertita: forse il problema è Taylor Swift?

Tech – Eyes Wide Shut
Dopo l’intelligenza artificiale per tutto il 2023 e gli impianti cerebrali Neuralink a gennaio dell’anno nuovo, l’orrorifica successione di novità tecnologiche prosegue a febbraio 2024 con l’arrivo dell’Apple Vision Pro. È uno strumento che porta con sé novità sconvolgenti quali navigare su internet, mandare messaggi e scrollare il feed social, solo per citare le cose che facciamo già da quasi vent’anni usando smartphone che non costano 3500 dollari. Forse il sovrapprezzo è dato dal fatto che Apple Vision Pro permette di fare tutte queste cose – e molto più, speriamo per chi li compra – passeggiando per strada rendendosi ridicoli e intrattenendo i passanti. Almeno loro, i passanti, questo spettacolo se lo godono gratis.

Esteri – Prognosi Reservata
Non ce lo ricorderemo forse per le lezioni di storia contemporanea, ma più per il bellissimo film Il discorso del re, il misterioso tumore di Giorgio VI, padre di Elisabetta II. Massima segretezza, allora, come da rigido protocollo reale. Ci fa un certo effetto, allora, accorgerci di tutta questa trasparenza di Buckingham Palace sui malanni di Re Carlo III: il 6 febbraio 2024, con una nota breve ma esplicativa, è stata annunciata la malattia del monarca. Cancro, scoperto per caso durante un controllo di routine per un ingrossamento della prostata. Si conosce la malattia, ma non la localizzazione né la gravità. Sembra che sia però curabile, e che durante un certo periodo, appunto, di cure, il re si prenderà una pausa dalle uscite pubbliche. Nella preoccupazione generale, dovuta anche alla sfortuna dell’eterno principe finalmente diventato re, si constata, con interesse almeno mediatico, la rivoluzionaria novità comunicativa della Corona.

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