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05:20 martedì 24 giugno 2025
Sally Rooney si è schierata a difesa di Palestine Action, un’organizzazione non violenta accusata di terrorismo dal governo inglese «Davanti a uno Stato che sostiene un genocidio, cosa dovrebbero fare le persone per bene?», ha scritto sul Guardian, condannando la decisione del governo inglese.
La nuova arma di propaganda preferita dell’Iran sono i Lego In particolare, cartoni animati che riprendono l'estetica Lego in cui si racconta che Netanyahu e Trump sono amici del diavolo.
Elio è il peggior esordio al botteghino nella storia della Pixar Il film ha incassato appena 21 milioni di dollari negli Usa e in Italia è rimasto sotto il milione di euro: nessuno prevedeva andasse così male.
Chi sono i Mind Enterprises, il duo italo disco diventato virale grazie a un video davvero molto italo disco Tra parodia e nostalgia, Secco (Andrea Tirone) e Baffone (Roberto Conigliaro) hanno guadagnato migliaia di nuovi follower in poche ore.
È morto Arnaldo Pomodoro, lo scultore che conoscevamo tutti Oggi, 23 giugno, avrebbe compiuto 99 anni.
Sia Israele che l’Iran hanno già messo al sicuro il loro patrimonio artistico Il problema è quella parte del patrimonio dei due Paesi che non può essere spostata. Solo in Iran ci sono 28 siti Unesco impossibili da proteggere.
Le notifiche del telefono fanno male e adesso c’è anche una ricerca che lo dimostra Si chiama alert fatigue e tante persone hanno già deciso come affrontarla: disattivando tutte le notifiche, sempre.
Il sindaco di Budapest ha detto che il Pride in città si farà nonostante il divieto di Orbán «Il Municipio di Budapest organizzerà il Budapest Pride il 28 giugno come evento cittadino. Punto», le sue parole.

Dennis Rodman e la Corea del Nord

19 Dicembre 2013

Pochi giorni fa, nonostante la tensione interna a Pyongyang dovuta all’esecuzione dello zio del leader Kim-Jong Un, e alla scomparsa della moglie e vedova, Dennis Rodman, ex stella dei Chicago Bulls, ha annunciato di voler tornare in Corea a trovare Kim. Se dovesse effettivamente mantenere la parola, per Rodman sarebbe il terzo viaggio nel regime in meno di un anno.

La prima volta che Dennis Rodman, famoso dentro al campo per la sua abilità difensiva e fuori dal campo per i suoi capelli colorati e il suo istrionismo, atterrò in Corea del Nord fu il 26 febbraio, in compagnia di una troupe documentaristica di Vice e di tre Harlem Globetrotters. Rodman si definì, al tempo, un ambasciatore che veniva in pace. Scrisse su Twitter anche, per placare alcune polemiche che stavano naturalmente nascendo, il seguente concetto: «I’m not a politician. Kim Jung Un & North Korean people are basketball fans. I love everyone. Period. End of story», e la molto meno azzeccata speranza: «Maybe I’ll run into the Gangnam Style dude while I’m here», ignorando il fatto che il “Gangnam Style dude”, cioè il cantante Psy, fosse sudcoreano. Ma sulla passione dei Kim (non solo di Un) per il basket Dennis Rodman ha ragione: un pallone autografato da Michael Jordan e regalato a Kim-Jong Il nel 2000 dall’allora segretario di Stato Usa Madeleine K. Albright è esposto nella Sala dei Trofei del Museo Nazionale di Pyongyang. All’epoca Shane Smith, fondatore di Vice e organizzatore dell’originale spedizione, si disse ottimista sul significato del viaggio di Dennis Rodman: «I look at this as basketball diplomacy, the same way we had Ping-Pong diplomacy with China. Once you get the Globetrotters involved, I mean, how can you not smile when you see the Harlem Globetrotters?».

Durante una partita di basket che Rodman e Kim-Jong Il guardarono insieme durante quel soggiorno, Rodman disse al leader: «Hai trovato un amico per la vita».

La prima occasione per mettere in pratica questa neonata “basketball diplomacy” arriva a maggio, quando Dennis apprende sul Seattle Times della detenzione in Nord Corea dell’americano Kenneth Bae, un operatore turistico trovato in possesso di un hard disk con immagini di orfani affamati nord-coreani e arrestato nel 2012, e in tutta risposta scrive un tweet in cui si rivolge al «Supremo Leader» per spronarlo a rilasciare il detenuto. Kim-Jong Un, nel frattempo, non libera nessun prigioniero, e in seguito Rodman critica anche il presidente Obama, definendolo incapace di prendere l’iniziativa per aprire il dialogo tra i due paesi («Obama can’t do s**t», dice).

A settembre Dennis Rodman torna per la seconda volta in Corea, ma senza alcun piano per negoziare una liberazione di Kenneth Bae, soltanto, dice alla Reuters, per un altro «basketball diplomacy tour». Questa volta Rodman indossa sempre un cappellino con la scritta “Paddy Power”, la società di scommesse irlandese che sta sponsorizzando il suo viaggio. Del suo secondo viaggio si sa molto poco, ma l’ex Chicago Bulls all’epoca dice che avrebbe tentato di organizzare un campionato di basket locale, oppure avrebbe allenato la nazionale norcoreana, o «something like that».

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