Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
David Byrne ha fatto una playlist di Natale per chi odia le canzoni di Natale
Canzoni tristi, canzoni in spagnolo, canzoni su quanto il Natale sia noioso o deprimente: David Byrne in versione Grinch musicale.
David Byrne ha condiviso una playlist pensata per chi non sopporta le canzoni di Natale, come racconta NME. L’ex frontman dei Talking Head l’ha presentata come un’alternativa per il periodo in cui le queste canzoni diventano come Thanos nei fil degli Avengers: inevitabili, su internet, in tv, alla radio. La playlist di Byrne mescola soul, rock e pop sperimentale, l’intento è quello di mettere assieme una colonna sonora giusta per l’inverno che non contenga neanche un pezzo di Mariah Carey né di Michael Bublé. Per Byrne, infatti, può esistere un inverno senza “All I Want for Christmas Is You” e “Santa Claus Is Coming to Town”.
Byrne apre con pezzi che prendono in giro il Natale, l’atmosfera natalizia e le persone che davvero si sentono più buone a Natale, come “Christmas Is” dei Run-D.M.C. o “Another Lonely Christmas” di Prince. Prosegue poi con pezzi malinconici, come “Pretty Paper” di Willie Nelson, e altri sarcastici, come “Did I Make You Cry On Christmas?” di Sufjan Stevens. Nel mezzo compaiono anche alcune sorprese: “Ya Llega La Navidad” di El GC Y Su Raza Alterada e “Mi Burrito Sabanero” reinterpretato da Gaby Moreno, per esempio, dimostrano che si possono ascoltare canzoni cantate in spagnolo anche in una stagione che non è l’estate.
La playlist di Byrne è stata accolta con un certo piacere e divertimento dal pubblico, almeno da quella parte di pubblico evidentemente esasperata da quel prodotto industriale sempre più prevedibile che è la musica natalizia, capace di garantire ascolti elevati ma spesso criticata per la sua ripetitività. Negli ultimi anni il mercato ha visto aumentare il numero e il successo sia dei dischi dedicati al Natale che delle playlist algoritmiche che ripropongono versioni infinite degli stessi brani. L’intervento di Byrne arriva quindi come una sorta di contro programmazione d’autore, un modo per opporsi al concetto stesso di “canzone natalizia” e proporre un approccio più personale alla musica, anche durante le feste.