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07:34 giovedì 27 novembre 2025
L’Onu ha definito Gaza «un abisso» e ha detto che ci vorranno almeno 70 miliardi per ricostruirla Quasi sicuramente questa cifra non sarà sufficiente e in ogni caso ci vorranno decenni per ricostruire la Striscia.
Anche quest’anno in Russia è uscito il calendario ufficiale di Vladimir Putin Anche nel 2026 i russi potranno lasciarsi ispirare dalle foto e dalle riflessioni del loro presidente, contenute nel suo calendario
Sarkozy è stato in carcere solo 20 giorni ma dall’esperienza è riuscito comunque a trarre un memoir di 216 pagine Il libro dell’ex presidente francese sulla sua carcerazione lampo a La Santé ha già trovato un editore e verrà presto pubblicato.
Nel primo teaser del nuovo Scrubs c’è la reunion di (quasi) tutto il cast originale J.D., Turk, Elliot e anche il dottor Cox al Sacro cuore dopo 15 anni, invecchiati e alle prese con una nuova generazione di medici. Ma c'è una grave assenza che i fan stanno già sottolineando.
Anche il Vaticano ha recensito entusiasticamente il nuovo album di Rosalía José Tolentino de Mendonça, prefetto per il Dicastero per la Cultura e l’educazione del Vaticano, ha definito Lux «una risposta a un bisogno profondo nella cultura contemporanea».
La nuova funzione di geolocalizzazione di X si sta rivelando un serio problema per i politici Non è facile spiegare come mai i più entusiasti sostenitori di Donald Trump postino dall'India o dalla Nigeria, per esempio.
Gli Oasis hanno detto che adesso che il reunion tour è finito si prenderanno una pausa di riflessione Ovviamente, sono già partite le indiscrezioni: si separano di nuovo? Faranno un nuovo tour? Stanno lavorando a un nuovo album?
Il Grande Museo Egizio di Giza ha appena aperto ma ha già un grave problema di overtourism A nulla è servito il limite di 20 mila biglietti disponibili al giorno: i turisti sono già troppi e il Museo adesso deve trovare una soluzione.

Le prime impressioni su Civil War di Alex Garland sono molto forti

15 Marzo 2024

D’altra parte si chiama Civil War, ritrae una guerra civile interna alla cosiddetta “più grande democrazia del mondo” e tra poco ci saranno le elezioni più rischiose per la tenuta di quella cosiddetta democrazia: come poteva il nuovo film di Alex Garland portarsi dietro giudizi tiepidi?

Il film, distribuito dall’ormai mitologica A24, arriverà in Italia il 18 aprile, ma intanto è già uscito negli Usa, dove è stato presentato al festival SXSW. Com’è andata? Generalmente bene, in molti casi molto bene. Partiamo da un tweet di Erik Davis, uno dei più importanti giornalisti cinematografici americani, attualmente direttore di Fandango, che ha scritto: «Civil War è diverso da qualsiasi cosa io abbia mai visto». Ha parlato di una «ricchezza e una profondità che non si trovano da altre parti. Il miglior lavoro di Garland – cinema impeccabile e mozzafiato dall’inizio alla fine».

Su Variety, una delle testate cinematografiche più importanti, Peter Debruge scrive che il film «non si può guardare tranquillamente come se fosse intrattenimento. È uno shock provocatorio al sistema: Civil War è fatto per essere divisivo». Inoltre, una nota sulla protagonista Kirsten Dunst: «Il pubblico non ha mai visto una Dunst così». Si riferisce al ruolo estremamente action dell’attrice, nel film una reporter di guerra che si trova a seguire una guerra nel suo stesso Paese. Tutto il trio di protagonisti, in realtà, è composto da giornalisti: uno statement particolarmente incisivo in un’epoca in cui il giornalismo è in un periodo, beh, quantomeno complesso, soprattutto quello politico americano, tra ex Presidenti non particolarmente amanti della verità e uno scenario internazionale sempre più violento.

«Un tributo al giornalismo di guerra», scrive invece l’Hollywood Reporter, che però precisa che non vengono mai spiegati i motivi per cui le Western Forces of Texas and California si sono messe in guerra contro il resto d’America. Il magazine riporta altre opinioni entusiastiche, come quella di Perri Nemiroff, che dice: «Civil War è fenomenale. Un film epico ma profondamente intimo, che utilizza l’esperienza e le motivazioni di un gruppo di giornalisti di guerra per mostrare la realtà terrificante di un mondo che non riesce a imparare. Altri giornalisti attualmente al SXSW parlano di «capolavoro», dicono di essere «senza parole», aggiungono che il film è «una violenza ai sensi» (immaginiamo in senso positivo). Poi anche altri «senza parole», e un «absolute fucking masterpiece».

È stato criticato per il tempismo, temendo che potrebbe creare ulteriori spaccature in una società già divisa e violenta come quella odierna degli States, ma a vedere il trailer – in cui si parla di cecchini dell’esercito che sparano regolarmente sui giornalisti, per esempio – vengono in mente anche scenari extra-americani e terribilmente contemporanei. Il timing, in realtà, è dei migliori.

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