La piattaforma è convinta che la legge anti social violi la privacy degli utenti e impedisca ai giovani di prendere parte a importanti discussioni politiche e sociali.
Nel 2026 OpenAI lancerà una modalità di ChatGPT per fare sexting
Sarà una funzione opzionale e disattivata di default, che rimuoverà i limiti attualmente imposti al chatbot sui prompt con contenuti sessuali.
OpenAI sta lavorando a una modalità “per adulti” di ChatGPT che, stando alle indiscrezioni, verrà lanciata nel corso del 2026. Lo scrive Gizmodo, che cita documenti interni all’azienda il cui contenuto è stato parzialmente confermato da dichiarazioni pubbliche di Sam Altman e altri dirigenti dell’azienda. Questa nuova funzione consentirebbe agli utenti di accedere, ovviamente su base volontaria, a conversazioni in cui il chatbot rimuove i limiti attualmente imposta sui contenuti sessuali consensuali. Non sarebbe un cambiamento dell’esperienza standard, ma un’opzione separata, pensata per un pubblico adulto e soggetta a specifiche condizioni di utilizzo.
Negli ultimi anni OpenAI ha già rivisto più volte le proprie policy, allentando alcuni divieti su temi come intimità, relazioni e sessualità, pur mantenendo un sistema di filtri che blocca soprattutto (e ovviamente) materiali riguardanti i minori. L’ipotesi di una modalità dedicata risponde a un uso che esiste da tempo ma è attualmente molto limitato, cioè quello relativo alla scrittura narrativa a sfondo erotico, a giochi erotici, sexting, role play e altre applicazioni creative. Oggi queste funzioni, seppur possibili, sono parzialmente bloccate o penalizzate dai controlli automatici che “bloccano” l’output dell’intelligenza artificiale. Secondo Gizmodo, la separazione tra ChatGPT “standard” e una versione per adulti servirebbe anche a ridurre ambiguità e segnalazioni errate, senza compromettere le regole generali su sicurezza e legalità.
Un altro elemento citato riguarda la concorrenza. L’apertura a una modalità per adulti va letta anche nel contesto della pressione esercitata da altri modelli generativi, in particolare quelli sviluppati da Google e da piattaforme concorrenti percepite, in queste circostanze, come più permissive. L’introduzione di un’opzione separata consentirebbe a OpenAI di rispondere a questa competizione senza modificare l’impostazione generale del prodotto, evitando che gli utenti interessati a questo utilizzo del chatbot si spostino verso alternative considerate più “libertine”.
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Evidentemente, quella di scoprire di avere dei brutti gusti musicali scorrendo il proprio Wrapped è una paura più diffusa di quanto ci si immagini.