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È uscito Antkind, il primo romanzo dello sceneggiatore Charlie Kaufman

Charlie Kaufman, sceneggiatore che ha scritto film come Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Se mi lasci ti cancello (per cui ha anche preso l’Oscar come Miglior sceneggiatura originale), ha debuttato negli Stati Uniti con il suo primo romanzo, Antkind, uscito per Penguin Random House (in Italia sarà pubblicato da Einaudi). In una lunga recensione, Matthew Specktor sul New York Times definisce il libro “difficile” ed “eccezionalmente strano”, inteso nel senso migliore del termine, ma allo stesso tempo un ottimo libro, che rimanda al lavoro di autori come David Foster Wallace, Thomas Pynchon, John Barth e Joshua Cohen fra gli altri.

Già la trama ricorda molto quella di Infinite Jest: il protagonista è Mr. B. Rosenberg, critico cinematografico, che intraprende un lungo viaggio in Florida mentre fa ricerca per un libro che sta scrivendo su cinema e genere. Mr. B. è un personaggio «pomposo, supponente, presuntuoso e allo stesso tempo molto critico verso sé stesso», ma è anche «una creazione sorprendente: un vulcano di opinioni ridicole e nevrosi assurde, un incubo di persona calva e barbuta le cui involuzioni, da sole, potrebbero portare avanti la narrazione di 700 pagine perché sia loro (le involuzioni) che lui sono così ridicolmente divertenti». Grazie a un curioso incidente, viene a contatto con un inaspettato vicino, che gli rivelerà l’esistenza dell’unica copia fisica di un film muto del 1914, intitolato A Florida Enchantment, sui cui Mr. B sta facendo ricerca. Dopo essersi sottoposto alla visione del film, B. chiama l’editore e afferma di voler scrivere il suo libro su quello, quindi carica la copia in macchina per portarla a New York e si ferma a mangiare in un fast food dove, inspiegabilmente, il suo camioncino con dentro l’unica copia rimasta di A Florida Enchantment prende fuoco mentre lui beve una soda.

La copertina di Antkind

«Se solo questo riassunto rendesse giustizia alla feroce energia comica dell’apertura del libro, o se preparasse il lettore al vortice di eventi che da lì prende le mosse. Va detto che, secondo qualsiasi standard, Antkind è un libro eccezionalmente strano. Ed è anche un libro eccezionalmente buono», scrive Specktor, e chiunque abbia mai visto un film sceneggiato da Kaufman ne riconoscerà qui la mano: «Una rappresentazione che non tiene troppo conto della realtà che si incrocia con una sorta di stranezza psichedelica».