Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Guadagnino sta pensando a un sequel di Call Me by Your Name con Dakota Johnson
Che Dakota Johnson fosse la nuova musa di Luca Guadagnino (insieme a Tilda Swinton, attrice feticcio del regista fin dal suo primo esperimento cinematografico, lo stranissimo The Protagonists del 1999), lo sapevamo già, avendola vista in A Bigger Splash (2015) e poi nel remake di Suspiria, presentato quest’anno alla Mostra del Cinema di Venezia. La novità è che il regista sta pensando di includere l’attrice nel cast di un eventuale sequel dell’acclamato Call Me by Your Name, insieme ai protagonisti Armie Hammer e Timothée Chalamet, che continueranno a rivestire i panni degli innamorati Oliver e Elio.

Dakota Johnson in una scena di A Bigger Splash (2015)
Come si evince da questo recente profilo del New Yorker dedicato a Guadagnino e al suo “cinema del desiderio”, Johnson potrebbe interpretare la parte della moglie di Oliver, che come apprendevamo verso la fine del film era appunto in procinto di sposarsi (lo confessava a Elio in quella tremenda telefonata che scatenava la famosa crisi di pianto davanti al camino). Tutto è pronto per un eventuale sequel, insomma, e gli attori protagonisti hanno già dichiarato il loro entusiasmo per il progetto. L’unico problema, confessa il regista, è il titolo. Il film non potrà certo chiamarsi Call Me by Your Name 2.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.