Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.
È in lavorazione una serie su Boris Johnson: si intitolerà Boris
Mentre in Inghilterra aspettano di conoscere il loro prossimo Primo ministro, Channel 4 ha annunciato che a breve manderà in onda una biografia a puntate del premiere dimissionario, Boris Johnson. Il titolo della miniserie (saranno quattro puntate, tutte lunghe un’ora), secondo quanto riporta Variety, per il momento è Boris. «Mettendo assieme rari filmati d’archivio e informazioni ottenute attraverso persone che nel corso degli anni gli sono state vicine, realizzeremo un ritratto di Boris Johnson al quale contribuiranno sia i suoi amici che i suoi nemici», questa la presentazione che Channel 4 ha fatto della serie. La storia di BoJo verrà raccontata a partire dagli anni trascorsi a Eton, la più prestigiosa istituzione scolastica d’Inghilterra, il luogo dove si è formata una buona parte della classe dirigente britannica (in particolar modo di quella conservatrice). È tra i corridoi di Eton che nasce la passione politica di Johnson e nasce una rivalità che segnerà la storia recente del Partito conservatore, quella con David Cameron. Da Eton il racconto passerà poi a Oxford, dove BoJo diventerà student president, poi nell’ufficio del sindaco di Londra e infine nella residenza al numero 10 di Downing Street.
«A prescindere da come finirà la carriera di Boris Johnson, nessuno nella nostra storia recente è riuscito a cambiare la Grand Bretagna e la politica inglese quanto lui. Questa serie sarà un tentativo di capire quale sia stata la formazione di questo ragazzino che voleva essere il re del mondo e come si sia convinto di poter sfuggire alla legge della responsabilità politica», così Ian Katz, chief content officer, ha spiegato la serie. A conferma delle sue parole, è di questi giorni la notizia che c’è un altra serie dedicata all’ex leader conservatore: il regista Michael Winterbottom, infatti, sta lavorando a This England, drama in arrivo su Sky in autunno in cui a interpretare Johnson sarà Kenneth Branagh.

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.