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Quella volta in cui Franco Battiato partecipò all’Eurovision

Franco Battiato, artista, genio della musica italiana, impossibile inserirlo all’interno di un genere musicale preciso. Eppure nel 1984, durante l’edizione dell’Eurovision Song Contest ospitata dal Gran Teatro di Lussemburgo, uno dei cantautori italiani più grandi di sempre e riconosciuti a livello internazionale, scomparso oggi a 76 anni nella sua residenza di Milo, arrivò soltanto quinto. Partecipò con Alice (pseudonimo di Carla Bissi, di cui Battiato fu mentore e autore in una collaborazione già rodata con “Chan-Son Egocentrique”), cantando la loro “I treni di Tozeur”, per ritrovarla all’interno di un album dovremo aspettare il 1985 per Battiato, con Mondi lontanissimi, e il 1987 per Alice. La canzone è nettamente la migliore tra tutte quelle in gara cosa che nella storia della kermesse è capitata raramente per un brano italiano. Eppure vince un gruppo di tre fratelli svedesi di religione mormone, gli Herrey’s con “Diggi loo-Diggy ley”, che colpisce più per la performance che per il brano. Non venderanno bene. Dopo pochi giorni, “I treni di Tozeur” sarà nella top 20 in tutta Europa.

A raccontare per la prima volta della sua partecipazione all’Eurovision, che allora tutti ancora chiamavano Eurofestival, è stato lo stesso Battiato nel 2015, ripreso per un documentario sulla sua vita andato in onda su Sky Arte nel novembre di quell’anno. All’epoca dell’esibizione, Battiato (si trova nei resoconti delle edizioni dei vari Eurovision) non fece nulla per stare simpatico al pubblico, solo su sollecitazione del commentatore Rai, Antonio De Robertis, salì sul palco senza gli occhiali neri che caratterizzano quella fase della sua carriera. Ma era Franco Battiato, e l’esibizione, riportò per la prima volta una popolarità mai raggiunta dall’Eurovision nel nostro Paese, tanto che alla kermesse di quell’anno fu dedicata anche la copertina di TV Sorrisi e Canzoni. “I treni di Tozeur” venne inserita nella colonna sonora del film di Nanni Moretti La messa è finita (1985), (qualche anno dopo Moretti canterà a squarciagola “E ti vengo a cercare” in Palombella rossa), e raggiunse il ventesimo posto tra i singoli più venduti in Italia nel suo anno d’uscita.