La polizia di Los Angeles ha confermato solo il ritrovamento dei cadaveri e l'inizio di un'indagine che contempla anche la «possibilità di omicidio».
Dopo l’attentato a Bondi Beach, in Australia vogliono introdurre leggi durissime sul porto d’armi visto che quelle usate nella strage erano tutte detenute legalmente
Intestate tutte a Sajid Akram, l'uomo che insieme al figlio Naveed ha ucciso 15 persone che si erano radunate in spiaggia per festeggiare Hannukkah.
Chris Minns, il Premier del New South Wales, ha detto che proporrà una riforma della legge sulla detenzione di armi da fuoco visto quanto emerso dalle indagini sull’attentato di Bondi Beach a Sydney. «Introdurrò la legislazione più restrittiva di tutti gli Stati australiani». Le intenzioni di Minns sono condivise da praticamente tutti i suoi omologhi a livello statale e federale. Secondo le prime indiscrezioni, le nuove leggi in materia prevederebbero la possibilità di detenere legalmente armi solo per i cittadini australiani e limiti più stringenti sul numero e il tipo di armi da fuoco detenibili, oltre che un riduzione della validità del porto d’armi. Nelle sue dichiarazioni, Minns fa riferimento al fatto che secondo la polizia tutte le armi da fuoco usate da Sajid e Naveed Akram, rispettivamente padre e figlio, 50 e 24 anni, sarebbero state regolarmente acquistate, registrate e detenute. Tutte le armi erano registrate a nome del padre e tutte e sei sono attualmente in possesso delle forze dell’ordine. Quattro sono state recuperate sulla scena del crimine, tra queste due fucili semiautomatici. Le altre sono state trovate durante una perquisizione della polizia in una casa a Campsie, zona a sud ovest di Sydney. Sajid Akram è stato ucciso dai poliziotti intervenuti sulla scena, mentre Naveed è rimasto ferito in uno scontro a fuoco e si trova ora ricoverato in ospedale, in condizioni critiche e sotto strettissima sorveglianza.
Quindici persone sono state uccise usando queste armi e i feriti sono 40: la strage di Bondi Beach è il più grave attentato terroristico mai verificatosi in Australia e una delle più sanguinose stragi antisemite della storia recente. Sajid e Navid Akram hanno aperto il fuoco su persone che si erano ritrovate in spiaggia per festeggiare Hannukkah, la festa delle luci, una delle più importanti feste dell’ebraismo. In queste ore i media australiani si stanno concentrando molto su Naveed Akram, che era già stato tenuto sotto sorveglianza dalla Security Intelligence Organisation tra l’ottobre del 2019 e il marzo del 2020, sospettato di far parte di una cellula terroristica affiliata all’Isis. In conferenza stampa, il Primo ministro australiano Anthony Albanese ha spiegato che dopo sei mesi di sorveglianza le autorità appurarono che Akram non rappresentava una minaccia. «Non c’erano prove che queste persone facessero parte di una cellula terroristica», ha detto Albanese, che però ha aggiunto che «è evidente che le loro azioni sono conseguenza di un’ideologia estremista, altri dettagli arriveranno non appena la polizia avrà portato a termine il suo lavoro».
Il capo della polizia del New South Wales, Mal Lanyon, ha dichiarato che al momento non c’è motivo di credere che all’organizzazione o pianificazione dell’attentato abbiano partecipato anche altre persone. Lanyon ha anche confermato che Sajid era regolare detentore di porto d’armi da dieci anni, mentre alla domanda sul ritrovamento, nella macchina usata dagli Akram per raggiungere Bondi Beach, di un manifesto e di una bandiera dell’Isis, Lanyon ha risposto con un no comment.
La polizia di Los Angeles ha confermato solo il ritrovamento dei cadaveri e l'inizio di un'indagine che contempla anche la «possibilità di omicidio».
Nati negli Stati Uniti e arrivati adesso anche in Europa, a quanto pare sono un efficace (e soprattutto gratuito) strumento di gestione dello stress.
Parole come narcisista, codipendenza e neurodivergente fanno ormai parte del linguaggio comune. Ma spesso le usiamo senza capirle davvero e il loro abuso sta contribuendo al peggioramento della salute mentale di tutti.