Hype ↓
12:58 martedì 25 novembre 2025
È morto Jimmy Cliff, l’uomo che ha fatto scoprire il reggae al mondo Aveva 81 anni e senza di lui non sarebbe esistito il reggae per come lo conosciamo oggi. Anche Bob Marley deve a lui il suo successo.
Gli elettori di Ompundja, Namibia, sono così contenti del consigliere regionale Adolf Hitler Uunona che lo rieleggeranno Si vota il 26 novembre e il politico dallo sfortunato nome è praticamente certo di essere rieletto nel consiglio regionale dell'Oshana.
Edoardo e Angelo Zegna: la quarta generazione della famiglia Zegna diventa Co-Ceo del brand Ermenegildo Zegna, nipote del fondatore del marchio, si sofferma sull'importanza come leader del guardare avanti impegnandosi a formare la prossima generazione di leadership
Dopo la vittoria del Booker, le vendite di Nella carne di David Szalay sono aumentate del 1400 per cento  Nel gergo dell'industria letteraria si parla ormai di Booker bounce, una sorta di garanzia di successo commerciale per chi vende il premio.
Un anziano di New York ha pubblicato un annuncio in cui chiedeva di venire a fumare una sigaretta al parco con lui e si sono presentati in 1500 Lo smoke party improvvisato è stato lanciato dall’attore Bob Terry, che aveva anche promesso di offrire una sigaretta a chiunque si fosse presentato.
Sul canale YouTube di Friends sono stati pubblicati otto episodi mai visti prima dello spin off dedicato a Joey A vent’anni dalla cancellazione, la sitcom è stata pubblicata tutta quanta su YouTube, compresi gli episodi mai andati in onda.
È morto Udo Kier, uno dei volti più affascinanti e inquietanti del cinema europeo Attore di culto del cinema horror, Kier ha lavorato con tutti i grandi maestri europei, da Fassbinder a Von Trier, da Herzog ad Argento.
Negli Usa il Parmigiano Reggiano è così popolare che un’agenzia di Hollywood lo ha messo sotto contratto come fosse una celebrity La United Talent Agency si occuperà di trovare al Parmigiano Reggiano opportunità lavorative in film e serie tv.

Perché bisogna stare dalla parte dei curdi

Alcuni articoli per capire l’attacco della Turchia ai curdi, le sue premesse e le sue conseguenze.

di Studio
12 Ottobre 2019

Lo scorso 9 ottobre, la Turchia ha iniziato una massiccia offensiva militare, denominata “Operazione fonte della pace”,  nel nord-est della Siria occupato dalle forze curdo-siriane delle Ypg (Unità di protezione popolare). Nel 2014, dopo la caduta nelle mani dell’Isis di Falluja prima e di Mosul poi (in Iraq) e quella di Raqqa (in Siria), i curdi sono stati i primi ad opporsi all’avanzata degli estremisti religiosi. E lo hanno fatto nonostante la sostanziale inerzia della comunità internazionale, che solo dopo è intervenuta in loro sostegno e adesso li lascia in stallo nel bel mezzo di una situazione estremamente complicata. Ha fatto molto discutere la decisione di Donald Trump, che si è distinto in questi giorni per una serie di tweet ancora più abbacinanti del solito, di ritirare il contingente americano dalla Siria, una decisione che di fatto ha dato il via all’offensiva turca. I curdi, secondo molti analisti, sapevano che questo momento sarebbe arrivato e si trovano ora ad affrontare la grande contraddizione che da sempre li contraddistingue, come ha scritto Daniele Raineri sul Foglio, ovvero che «sono stati indispensabili per sconfiggere lo Stato islamico territoriale, ma Turchia e Siria non avrebbero mai tollerato la nascita di un Kurdistan siriano». Abbiamo scelto degli articoli da leggere per capire come si è arrivati a questo punto, cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere in futuro.

“Who are the Kurds?”Bbc News
Chi sono i curdi? Da dove vengono e perché non hanno un loro stato indipendente? Come si sono trovati in prima linea a combattere l’avanzata del Daesh? Perché la Turchia li considera dei terroristi? Che cosa vogliono i curdi siriani? I curdi iracheni otterranno mai l’indipendenza? Per chi vuole partire dall’inizio, Bbc fa un lungo riassunto per domande utile per orientarsi.

“In Syria, Trump Distills a Foreign Policy of Impulse, and Faces the Fallout”The New York Times
La decisione di Trump di ritirare le truppe rivela tutti i rischi del suo stile decisionale, così folle e confuso da risultare molto difficile da prevedere e interpretare. È da tanto che il presidente diceva di voler lasciare il Medio Oriente, ma le sue dichiarazioni non avevano persuaso neanche i suoi stessi sostenitori, convinti che qualcuno l’avrebbe fermato e che lui sarebbe rinsavito. Ora l’ha fatto davvero. Sul New York Times Peter Baker e Lara Jakes si interrogano sulle sue responsabilità e commentano i tweet assurdi degli ultimi giorni.

“Betrayal leaves a bitter taste: spurned Kurds flee Turkish onslaught”The Guardian
L’inviato del Guardian raccoglie le testimonianze dei curdi del Rojava all’indomani dell’annuncio della ritirata americana imposta da Trump. «Tutti i miei figli hanno combattuto per questa causa. Due di loro sono morti come martiri», racconta Rahima Osman, mentre per Hussein Rammo «Il tradimento ha il sapore più amaro di tutti. Ho sessantatré anni e non ho mai visto niente del genere. Prima c’era l’oppressione del regime e adesso ci hanno traditi. Forse è anche peggio».

“Bashar al-Assad is the real winner of Trump abandoning the Kurds in Syria”New Statesman
In questa column uscita su New Statesman, in cui si ricordano alleanze e passaggi cruciali della guerra siriana, si evidenzia come il vero trionfatore dell’offensiva turca nel Rojava, sia Bashir al-Assad, che sta vincendo praticamente senza combattere nel suo stesso territorio con l’aiuto insperato dei suoi vecchi nemici turchi.

“Some of the Most Noble People I’d Ever Met”Foreign Policy
Il 20 dicembre 2018, il giorno dopo che il presidente Trump aveva improvvisamente annunciato via Twitter che gli Stati Uniti si sarebbero ritirati dalla Siria, un gruppo di soldati americani era di pattuglia a Manbij, una città controllata dai curdi nella Siria settentrionale. Lara Seligman su Foreign Policy ha raccolto le loro testimonianze: «In quel momento ho capito che [i militanti delle forze curdo-siriane, nda] erano le persone più nobili che avessi mai conosciuto», ha raccontato uno di loro.

“Foreign Fighters Back Kurdish Militia in Syria in Fight Against Turkey”New York Times
Per molti occidentali che si sono arruolati nell’Ypg, l’ideologia di sinistra della cosiddetta Revoluzione Rojava ha costituito un forte richiamo, vista l’attenzione dedicata a democrazia, diritti delle donne, libertà di culto», scrive il New York Times in questo articolo del gennaio 2018, in cui si racconta perché tanti foreign fighter occidentali hanno deciso di appoggiare la causa curda.

“I curdi alla comunità internazionale: «Siete con noi o con l’Isis?»”il manifesto
Dalbr Jomma Issa è una comandante delle Ypj (Unità di protezione delle donne), e giovedì ha parlato alla Camera dei deputati a Roma. Si è rivolta all’Occidente, alla comunità internazionale, con un messaggio semplice ed esplicito: chi non sta con i curdi sta con l’Isis. La Turchia di Erdogan, dice, è un secondo Califfato.

“In Pictures: Civilians flee Turkey-Syria border”Al Jazeera
Le immagini pubblicate da Al Jazeera mostrano i civili in fuga da Tal Abyad: alcuni di loro hanno dichiarato che i combattenti curdi impediscono ai civili che sono ancora all’interno della città di allontanarsi. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha avvertito che decine di migliaia di persone nell’area colpita dall’offensiva turca sono gravemente a rischio. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà giovedì per discutere della situazione.

Articoli Suggeriti
Social Media Manager

Leggi anche ↓
Social Media Manager

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.