Dall'Industria | Moda

Il progetto di Aspesi per raccontare l’intimità dei vestiti

Cosa significano i vestiti per le persone che li indossano? È la domanda a cui vuole rispondere il nuovo progetto di Aspesi attraverso l’esplorazione del tema del “gruppo familiare”. I gruppi familiari sono, per il marchio italiano sinonimo di uno stile senza tempo, i luoghi, fisici ma non solo, in cui trovano spazio i gesti quotidiani di persone che condividono connessioni in ambienti sociali e domestici comuni. In questo campo familiare i membri scambiano, tramandano, ereditano capi di abbigliamento Aspesi appartenuti ad altri membri. Un atto che non solo preserva il lato affettivo che l’oggetto appartenuto ad altri rappresenta, ma che permette al nuovo fruitore una inedita interpretazione del tutto personale. Indossare un capo appartenuto al nostro vissuto collettivo è un gesto emotivo e seducente, perché è un’azione che rende ciò che è impersonale, come può essere un capo di abbigliamento, unico e legato a noi.

Un po’ come le storie della bella serie di Netflix Worn Stories, che esplora proprio il legame affettivo con i vestiti che indossiamo, Aspesi ha affidato allo scrittore Damiano Scaramella il compito di  raccontare i volti, le parole e i luoghi di alcuni gruppi di persone, attraverso un testo di narrativa non fiction. Una passeggiata nel grande teatro intimo delle vite di cinque gruppi molto diversi tra loro: la famiglia Leddi, di origini piemontesi ma da più di settant’anni a Milano; il gruppo di panificatori e maestri pizzaioli del brand crosta; sette coinquilini, tra i 27 e i 34 anni, che condividono lo stesso spazio vitale tutti i giorni; un’affermata realtà del design italiano come DWA Design Studio; per arrivare infine ai laboratori del gruppo di ricerca sulla Teoria della Mente dell’Università Cattolica di Milano. I racconti si leggono sul profilo Instagram di Aspesi.