Dalla filosofia alla pratica, il biohacking è una delle tante idee rivoluzionarie di cui si è impossessata la nuova tecnocrazia, una galleria di personaggi visionari e forse anche pericolosi.
Due terzi delle persone non parlano in ascensore

Secondo un’indagine di thyssenkrupp Elevator, il 66% dei passeggeri dell’ascensore rimane in silenzio per imbarazzo, disagio e indifferenza durante l’intero viaggio. Tra le abitudini più fastidiose al primo posto si posiziona l’azione di tenere aperte le porte per far salire più persone, seguita dal fastidio di doversi fermare su ogni piano dell’edificio. La maggior parte degli intervistati vorrebbe rimanere bloccato in ascensore con Beyoncé (di sicuro, aggiungiamo noi, non con sua sorella Solange, considerando i precedenti), mentre i meno graditi sono i politici Kim Jong-Un e Donald Trump (rispettivamente il 23% e il 40%).

«Ci sono soltanto tre momenti nella nostra vita in cui entriamo in uno spazio piccolo, senza finestre, chiuso e senza un’uscita immediata: la tomba, il ventre materno, e l’ascensore. E l’ascensore è l’unico che condividiamo con sconosciuti», diceva Layne Longfellow sul New York Magazine nel 1977. È soltanto uno degli aforismi del misterioso “esperto mondiale di ascensori” che avevamo citato in un articolo del 2013, che tra le altre cose riportava altri dati interessanti. Secondo una ricerca condotta nel 2008, ad esempio, l’Italia risultava il paese con più ascensori al mondo, con circa 900 mila di impianti, sicuramente aumentati in maniera esponenziale negli ultimi dieci anni. Insomma, come scrivevamo nel 2013 – e come l’indagine di thyssenkrupp Elevator conferma – «l’ascensore è il mezzo che (almeno qui, nel mondo occidentale e verticale, o semi-tale) prendiamo più spesso, e quello, forse, in cui ci sentiamo meno a nostro agio».
Immagini: due scene in ascensore di Mad Men

Negli anni diversi collettivi e associazioni hanno deciso di investire nei luoghi d'origine dai quali, quasi sempre, si decide di andare via. L'obiettivo è cambiare finalmente il modo in cui viviamo e, soprattutto, raccontiamo la provincia.

Nonostante i femminicidi, anche in Italia i contenuti legati alla manosfera sono sempre più numerosi e consumati. Tanto che è inevitabile chiedersi: com'è possibile che a un'ideologia così violenta venga ancora permesso di diffondersi?