Hype ↓
02:43 domenica 19 ottobre 2025
Hollywood non riesce a capire se Una battaglia dopo l’altra è un flop o un successo Il film di Anderson sta incassando molto più del previsto, ma per il produttore Warner Bros. resterà una perdita di 100 milioni di dollari. 
La Corte di giustizia europea ha stabilito che gli animali sono bagagli e quindi può capitare che le compagnie aeree li perdano Il risarcimento per il loro smarrimento è quindi lo stesso di quello per una valigia, dice una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea.
È uscito il memoir postumo di Virginia Giuffre, la principale accusatrice di Jeffrey Epstein Si intitola Nobody’s Girl e racconta tutti gli abusi e le violenze subiti da Giuffré per mano di Epstein e dei suoi "clienti".
È morto Paul Daniel “Ace” Frehley, il fondatore e primo chitarrista dei KISS Spaceman, l'altro nome con cui era conosciuto, aveva 74 anni e fino all'ultimo ha continuato a suonare dal vivo.
Dell’attentato a Sigfrido Ranucci sta parlando molto anche la stampa estera La notizia è stata ripresa e approfondita da Le Monde, il New York Times, il Washington Post, Euronews e l’agenzia di stampa Reuters.
Oltre alle bandiere di One Piece, nelle proteste in Usa è spuntato un altro strano simbolo: i costumi gonfiabili da animale Costumi da rana, da dinosauro, da unicorno: se ne vedono diversi in tutte le città in cui si protesta con Trump e contro l'Ice.
Secondo Christopher Nolan, non c’è un attore che quest’anno abbia offerto un’interpretazione migliore di The Rock in The Smashing Machine Quello del regista è il più importante endorsement ricevuto da The Rock nella sua rincorsa all'Oscar per il Miglior attore protagonista.
Dopo 65 anni di pubblicazione, Il Vernacoliere chiude ma non esclude il ritorno Lo ha annunciato su Facebook il fondatore e direttore Mario Cardinali, che ha detto di essere «un po' stanchino» e spiegato la situazione di crisi del giornale.

Arte o intrattenimento?

Il confronto tra Downton Abbey e Ritorno a Brideshead riapre l'antico dibattito, rilanciato dalle serie tv. Ma abbiamo ancora bisogno di gerarchie?

18 Marzo 2013

 
(L’articolo che segue è tratto dal nuovo numero di Studio, in edicola da oggi)

manc

Tutto torna. Anche i dibattiti. Magari risultano po’ eccentrici, rispetto al terreno in cui erano nati, comunque si riconoscono all’istante. «Arte o intrattenimento?» si chiedeva Ben W. Heinemann su The Atlantic qualche tempo fa, a proposito della serie Downton Abbey di Julian Fellowes. Show di culto per i britannici e pure per gli americani, che in tutta evidenza subiscono ancora il fascino dell’aristocrazia.

L’articolista ha un passato da funzionario governativo, da professore di diritto, da specialista di etica degli affari. Gli si potrebbe perdonare lo sconfinamento, dandogli tutte le attenuanti del caso. Ma nello stesso tempo era uscito in Francia un saggio di Charles Dantzig, scrittore e editore, sullo statuto dei capolavori letterari. Intitolato A propos de chef d’oeuvres e uscito da Grasset, dopo le consuete frecciate contro i contemporanei stila le sue condizioni e la sua lista di preferiti. Buttando giù dal podio dei magnifici il Don Chisciotte di Cervantes, che secondo Dantzig nessuno legge.

I settori sono diversi, il ragionamento unico. Ci sono cose che vanno considerate arte – o capolavori – e cose che invece vanno considerate divertimento. Heinemann si rifà a Graham Greene, che divideva i suoi romanzi tra le due categorie: una mania da scrittore che non siamo obbligati a rispettare, ampiamente superata dai decenni trascorsi. Tutto Greene, come tutto Simenon, era ai tempi della pubblicazione considerato letteratura da treno, buona per intrattenere ma non per entrare nel catalogo Adelphi (che nel frattempo ha accolto anche Ian Fleming e il suo James Bond).
La novità sta nel restringere il discorso alla televisione, paragonando l’intrattenimento di Downton Abbey all’arte di Ritorno a Brideshead: 11 puntate tratte dal romanzo di Evelyn Waugh uscito nel 1944. La serie nel 1981 lanciò il giovane Jeremy Irons nella parte di Charles Ryder, giovanotto middle class che negli anni Venti a Oxford conosce Sebastian, aristocratico rampollo della famiglia Marchmain (per segnalare la sua eccentricità Sebastian non si separa mai dall’orso di pezza Aloysius, che come lo sboccato Ted nel film diretto da Seth McFarlane ha ora il suo account su twitter: «Aristocratico. Marxista. Orso. Lavare a 30 gradi»).

Parlare di arte a proposito di una serie televisiva era impensabile ai tempi di Ritorno a Brideshead, che pure ebbe un ottimo successo di pubblico nonché di critica in Gran Bretagna e fu trasmessa anche in Italia. La Golden Age inaugurata dalla Hbo doveva ancora arrivare, e la parola capolavoro – non solo per programmi trasmessi sul piccolo schermo – era piuttosto in disgrazia. Come era in disgrazia la parola “romanzo”. Oggi accoppiata sempre più spesso a serie come I Soprano, The Wire, oppure Lost, che a guardar bene rappresentano rispettivamente la narrazione mimetica ottocentesca (almeno fino al black out nell’episodio finale), la narrazione che sperimenta in materia di scrittura, e la narrazione che costruisce un suo mondo peculiare. Tre modelli sempre più difficili da trova- re nei romanzi degli scrittori che sdegnano la tv.

L’Arte, o presunta tale, ha le sue ripetizioni e i suoi luoghi comuni

Secondo Heinemann, la superiorità di Ritorno a Brideshead starebbe nella ricchezza e nella complessità della voce fuori campo, nel fatto che i personaggi cambiano, nel ruolo della fede e della grazia divina. Mentre i personaggi di Downton Abbey sarebbero sempre uguali a se stessi, mossi da circostanze esterne. Non potrebbe essere altrimenti, visto che tecnicamente si tratta di una soap. La constatazione non vale come giudizio di valore, ma semplicemente come indicazione di un genere narrativo dotato di regole proprie.
Traspare molta nostalgia, dall’articolo di Heinemann. Siamo così ricondotti a un altro annoso dibattito, che ha per tema la capacità di riconoscere il nuovo quando è nuovo. Senza rimanere per sempre abbarbicati a quel che ci piacque (anche) perché lo abbiamo visto nell’età che Muriel Spark nel romanzo Gli anni in fiore della signorina Brodie – chiamava «l’età impressionabile», con riferimento alle sue studentesse. Nuovo vuol dire qui soprattutto “riuscito”: è difficile inventare davvero qualcosa, sia in materia di arte, sia in materia di intrattenimento (e del resto, prima del romanticismo di cui ancora subiamo le conseguenze, l’originalità non era affatto un valore). Si può sbagliare – la critica non è una scienza esatta. È una forma di artigianato che può fare a meno di certe categorie scritte con maiuscola. L’Arte, o presunta tale, ha le sue ripetizioni e i suoi luoghi comuni, non meno banali di quel che viene liquidato come Intrattenimento.

Leggi anche ↓

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Odessa ex città aperta

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.