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21:28 martedì 30 dicembre 2026
L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.
C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.

In cosa consiste la tradizione natalizia delle arance e perché dovremmo ripristinarla

24 Dicembre 2018

Proprio come il Babbo Natale italiano, il Santa Claus americano scende dal camino: ma invece di limitarsi a depositare pacchi e pacchetti sotto l’albero si preoccupa anche di riempire di piccoli doni le calze che trova appese. La stessa attività, insomma, che da noi viene svolta soltanto nella notte del 5 gennaio da una bruttissima donna anziana a cavallo di una scopa. Come racconta Jackie Manski nell’articolo “Perché dovremmo riprendere la tradizione dell’arancia di Natale”, pubblicato il 21 dicembre dallo Smithsonian Magazine, l’abitudine di utilizzare le arance per riempire le calze natalizie risale ad almeno 100 anni fa. Detto ciò: provate a immaginare la reazione di un bambino del 2018 di fronte a un regalo del genere. Anche Manski racconta di aver letto sul New York Times, qualche anno fa, una simpatica lettera a Babbo Natale, in cui uno scrittore ricordava di come il trucchetto delle arance nelle calze, da piccolo, lo innervosisse: cosa credevano, i suoi genitori, che non fosse in grado di accorgersi che le arance che aveva portato Babbo Natale erano praticamente identiche a quelle che riempivano la fruttiera in cucina?

Eppure, in passato, non era possibile immaginare un Natale senza arance. Nei primi anni dopo il 1900 le arance iniziarono ad essere pubblicizzate con una certa aggressività, spesso associate al Natale. Vennero presto adottate per i doni: la loro forma, dimensione e consistenza permetteva di riempire molte più calze, dando un’idea di opulenza e ricchezza. Poi, nel periodo della Grande Depressione, le arance divennero un frutto esotico, ricercato e lussuoso: in certe famiglie si mangiavano soltanto durante le feste. Non solo: infilare le arance nelle calze rimanda anche alla leggenda delle tre palle d’oro (o borse, a lingotti, o monete) che San Nicola di Myra avrebbe donato a tre povere fanciulle che rischiavano di essere vendute come schiave. L’attuale rappresentazione in abito rosso bordato di bianco di San Nicola origina dal poema A Visit from St. Nicholas del 1821 di Clement C. Moore, che lo descrisse come un signore allegro e paffutello, contribuendo alla diffusione della figura mitica di Babbo Natale.

Un dipinto realizzato tra il 1433 e il 1435 per un monastero di Firenze, basato su una pala d’altare di Gentile da Fabriano: rappresenta San Nicola mentre lascia cadere le palle d’oro nella casa delle tre povere fanciulle

«Oggi che possiamo farci recapitare un pezzo di ghiaccio dall’Alaska solo per rinfrescare il nostro ​​cocktail, il dono di un’arancia potrebbe non sembrare così speciale», osserva Manski, suggerendo di provare a rivalutare il valore del frutto. In Perfume, Postcards, and Promises: The Orange in Art and Industry, la storica dell’arte Helen L. Kohen traccia un’affascinane storia dell’arancia. Parte del suo fascino, scrive, risiede proprio nel suo mistero. Gli esperti di agrumi devono ancora identificare da dove provenga esattamente il cedro, il progenitore degli agrumi moderni. Quindi, conclude Manski, se quest’anno mettiamo un’arancia nella calza, non doneremo soltanto un frutto, ma una lunga storia da raccontare.

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