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C’è un’estensione per browser che fa tornare internet com’era nel 2022 per evitare di dover avere a che fare con le AI Si chiama Slop Evader e una volta installata "scarta" dai risultati mostrati dal browser tutti i contenuti generati con l'intelligenza artificiale.
Kristin Cabot, la donna del cold kiss-gate, ha detto che per colpa di quel video non trova più lavoro e ha paura di uscire di casa Quel video al concerto dei Coldplay in cui la si vedeva insieme all'amante è stata l'inizio di un periodo di «puro orrore», ha detto al New York Times.
I Labubu diventeranno un film e a dirigerlo sarà Paul King, il regista di Paddington e Wonka Se speravate che l'egemonia dei Labubu finisse con il 2025, ci dispiace per voi.
Un reportage di Vanity Fair si è rivelato il colpo più duro inferto finora all’amministrazione Trump Non capita spesso di sentire la Chief of Staff della Casa Bianca definire il Presidente degli Stati Uniti una «alcoholic’s personality», in effetti.
Il ministero del Turismo l’ha fatto di nuovo e si è inventato la «Venere di Botticelli in carne e ossa» come protagonista della sua nuova campagna Dopo VeryBello!, dopo Open to Meraviglia, dopo Itsart, l'ultima trovata ministeriale è Francesca Faccini, 23 anni, in tour per l'Italia turistica.
LinkedIn ha lanciato una sua versione del Wrapped dedicata al lavoro ma non è stata accolta benissimo dagli utenti «Un rituale d'umiliazione», questo uno dei commenti di coloro che hanno ricevuto il LinkedIn Year in Review. E non è neanche uno dei peggiori.
C’è una specie di cozza che sta invadendo e inquinando i laghi di mezzo mondo Si chiama cozza quagga e ha già fatto parecchi danni nei Grandi Laghi americani, nel lago di Ginevra e adesso è arrivata anche in Irlanda del Nord.

Antonello da Messina, pittore non umano

È a Palazzo Reale a Milano ed è probabilmente la mostra italiana più importante del 2019.

28 Febbraio 2019

Come spiegare a parole la perfezione dell'”Annunciata”: un viso, due mani, un libro. Un’icona compatta, un triangolo blu. Da qualche giorno quest’immagine ha popolato le strade di Milano. Dai cartelloni, dagli autobus, dai muri, decine di vergini reagiscono all’arrivo dell’angelo, angelo che, considerando il punto di vista, potremmo anche essere noi, gli spettatori. Il quadro rappresenta una rivoluzione dell’arte proprio per la scelta di rappresentare Maria nel momento dell’annunciazione senza dipingere l’angelo annunciatore, posizionandolo all’esterno, davanti. L’eterna reiterazione di un attimo, la metafora suprema della pittura: ogni volta che la guardiamo, l’immagine sussulta davanti a noi.

Di Antonello da Messina sono rimaste pochissime opere. Solo 35 sono scampate agli avvenimenti naturali – alluvioni, terremoti – e all’incuria degli uomini. Tra quelle rimaste, alcune hanno subito pesanti restauri, altre sono sopravvissute miracolosamente intatte. La mostra in corso a Palazzo Reale è lo sviluppo di un progetto espositivo precedentemente presentato a Palermo (dal 14 Dicembre 2018 al 10 Febbraio a Palazzo Abatellis), che nella sua versione milanese (frutto della collaborazione fra la Regione Siciliana e il Comune di Milano con la produzione di Palazzo Reale e MondoMostre Skira), a cura di Giovanni Carlo Federico Villa, riunisce fino al 2 giugno 19 opere dell’artista provenienti da tutta l’Italia e da varie città europee. Il secondo capolavoro della mostra, ad esempio, il “San Girolamo nello studio”, proviene dalla National Gallery di Londra.

Giovan Battista Cavalcaselle, Ecce Homo, Metropolitan, da Antonello da Messina, Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia

E in tema di scambi proficui tra città europee, le parole con cui il sindaco di Milano ha commentato la mostra spiegano molto: «La bellezza senza pari della figurazione, del cromatismo e dello stile di Antonello è nata in Sicilia, si è sviluppata in dialogo fecondo con la pittura Veneta e Lombarda, ha assunto in sé il meglio dell’espressione fiamminga arrivando a parlare agli artisti dell’intera Europa. Antonello è l’uomo rinascimentale, pienamente europeo proprio perché intensamente legato alle sue origini. Milano città d’Italia, Milano europea, Milano aperta al mondo offre l’incontro con Antonello anche – e forse soprattutto – per ricordare a noi stessi e all’Europa chi siamo e cosa sappiamo essere quando la nostra cultura ha il coraggio di aprirsi, di competere e di confrontarsi con gli stimoli esterni, assumendo e rinnovando la generosità intellettuale del maestro messinese».

A chiudere il percorso espositivo, la “Madonna con il Bambino” eseguita, l’anno dopo la morte del padre, da Jacopo d’Antonio detto Jacobello, che nella firma indica di essere il figlio di «pittore non umano». Jacobello faceva parte della bottega di Antonello e si fece carico di completare le opere lasciate in sospeso a causa della morte. Allestita con gusto e sobrietà, ben illuminata, arricchita di dati relativi alla biografia dell’autore, alle opere e al contesto storico perfettamente riassunti e organizzati, la mostra – forse la più importante di questo 2019 – comprende la possibilità di farsi guidare da uno sguardo molto speciale, quello del grande storico dell’arte Giovan Battista Cavalcaselle. Emozionanti quasi quanto le opere del pittore, infatti, sono i 19 meravigliosi disegni (7 taccuini e 12 fogli) del suo più devoto ammiratore, con le amorevoli ricostruzioni dei soggetti, dei paesaggi e delle architetture corredate di commenti, dati e lunghe descrizioni dei colori (tentativo disperato di tradurli in parole).

Antonello da Messina
Cristo morto sorretto da tre angeli, 1476-1477
olio su tavola di pioppo, Museo Correr, Venezia
(Archivio Fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia ©2018)

Ricchissimo il catalogo, pubblicato da Skira, con tutte le immagini delle opere esistenti e riconosciute di Antonello da Messina (più i saggi di Giovanni Carlo Federico Villa, Renzo Villa, Gioacchino Barbera e i testi di Roberto Alajmo, Nicola Gardini, Jumpa Lahiri, Giorgio Montefoschi e Elisabetta Rasy), stranamente belli perfino i souvenir: dai quadernini con l’Annunciata alla tote bag con il marinaio ignoto, le opere di Antonello sono perfette perfino sugli oggetti plasticosi di cui ci piace circondarci nel 2019, così come lo sono sui cartelloni, sugli autobus, su Instagram, ovunque. Forse perché, come giustamente diceva suo figlio, ci troviamo davanti a un pittore «non umano», quindi divino: ogni volta che le guardiamo, le sue immagini si rigenerano, ci rispondono.

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