Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
La figlia di Amos Oz ha accusato suo padre di essere stato un violento

Amos Oz è stato uno degli autori più celebrati di Israele, un letterato che attraverso le sue parole ha veicolato un messaggio di pace in una regione devastata dal conflitto. Quando la sua seconda figlia Galia Oz, autrice di 56 anni e regista di documentari per bambini, ha pubblicato il suo libro di memorie questa settimana, le battute iniziali non avrebbero potuto essere più sorprendenti e scioccanti. «Quando ero piccola mio padre mi picchiava, mi malediva e mi umiliava», ha scritto in ebraico. «La violenza era persino creativa. Mi trascinava dentro la casa e poi mi buttava fuori dalla soglia. Mi diceva che ero sporca. Non si trattava di una perdita di controllo passeggera o di uno schiaffo occasionale in faccia, ma di una routine di abusi sadici. Il mio crimine ero io stessa, quindi la punizione non aveva fine».
Galia Oz ha interrotto i contatti con i suoi genitori e fratelli sette anni fa e non ha partecipato al funerale del padre, scomparso nel 2018 a causa di un tumore. Fino alla al momento della sua morte il padre ha cercato di riconnettersi con lei. Il titolo del nuovo libro, Something Disguised as Love, fa eco a quello del libro di memorie di suo padre, A Tale of Love and Darkness, pubblicato in ebraico nel 2002 in cui ha raccontato la storia della sua infanzia segnata dalla tragedia (incluso il suicidio della madre quando lui aveva soltanto 12 anni). Quello di sua figlia, sarebbe un ritratto di Amos Oz respinto dal resto della famiglia, come rivela il New York Times: la vedova dell’autore Nili e gli altri suoi due figli, Fania e Daniel, hanno contestato con forza quanto sostenuto da Galia. «Abbiamo conosciuto un padre diverso: un caldo, amorevole, attento genitore che ha amato la sua famiglia. Non ci riconosciamo per niente nelle sue parole».

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.