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Nel suo discorso dopo la vittoria alle elezioni, il neosindaco di New York Zohran Mamdani ha sfidato Donald Trump Nelle prime dichiarazioni pubbliche e social, il neosindaco ha anche ribadito la promessa di ridisegnare NY a misura di migranti e lavoratori.
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È uscito il trailer di Blossoms, la prima serie tv di Wong Kar-Wai che arriva dopo dodici anni di silenzio del regista Negli Usa la serie uscirà il 24 novembre su Criterion Channel, in Italia sappiamo che verrà distribuita su Mubi ma una data ufficiale ancora non c'è.
È morta Diane Ladd, attrice da Oscar, mamma di Laura Dern e unica, vera protagonista femminile di Martin Scorsese Candidata tre volte all'Oscar, una volta per Alice non abita più qui, le altre due volte per film in cui recitava accanto alla figlia.
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A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.

Quella volta che Adam Rich, per scherzare, si inventò di essere stato assassinato

09 Gennaio 2023

Ieri Tmz ha dato la notizia della morte di Adam Rich, attore famoso soprattutto per la sua interpretazione di Nicholas Bradford nella serie La famiglia Bradford. Poco dopo l’uscita della notizia su Tmz, la conferma della morte di Rich è stata data dal suo addetto stampa Danny Deraney: su Twitter Deraney ha scritto che «Adam era una persona semplice, meravigliosa. Era gentile, generoso, un guerriero nella lotta contro le malattie mentali. Non era capace di egoismo. Era altruista e si è sempre preso cura delle persone a cui voleva bene, ed è per questo che tante delle persone che sono cresciute assieme a lui oggi si sentono tristi, come se avessero perso un pezzo della loro infanzia. Era davvero il fratellino d’America».

In queste ore sono in tanti a ricordare Rich per le sue interpretazioni: ovviamente quella di Nicholas Bradford, ma anche quella nella quarta stagione di L’uomo da sei milioni di dollari, le comparsate in Love BoatFantasilandia, il doppiaggio del mago Presto nella serie animata di Dungeons & Dragons, di Toby Hart in Il diavolo e Max e di Danny Blake nella serie tv Codice rosso fuoco. Una delle cose più incredibili della vita di Adam Rich, però, non ha nulla a che vedere con il mestiere di attore. Come ricorda The Hollywood Reporter, Rich è stato il protagonista di uno degli scherzi più noti e, in un certo senso, riusciti della storia americana. Nel 1996, infatti, l’attore decise di inscenare la sua stessa morte. L’idea non era sua, però: a proporgliela fu l’editor di un piccolo magazine indipendente dell’epoca con sede a San Francisco, Might, che sarebbe poi diventato uno dei più importanti e famosi scrittori della sua generazione: Dave Eggers.

La storia di questo scherzo l’ha raccontata lo stesso Eggers nel suo L’opera struggente di un formidabile genio. L’intento era di prendere in giro tutti: il pubblico, la stampa, l’Internet, l’ossessione americana per la morte delle celebrity, i necrologi tutti uguali. Per convincere Rich, Eggers gli disse che lo scherzo avrebbe ridato vigore alla sua spenta carriera: l’attore all’inizio disse di essere scettico e chiese all’allora editor se davvero le persone avrebbero creduto a una storia così assurda. Eggers rispose «certo, le persone sono stupide». L’idea iniziale prevedeva il (finto) suicidio di Rich, ma l’attore insistette affinché Might pubblicasse invece la storia del suo omicidio: assassinato nel parcheggio di un famoso nightclub losangelino. L’incipit dell’articolo diceva: «Si dice che chi vola troppo vicino al sole finirà per precipitare. Adam Rich – attore, idolo, iconoclasta – volava troppo veloce e troppo in alto, ma il 22 marzo si è avvicinato troppo al sole. I suoi colleghi, i suoi amici, la nazione intera lo piangono». Sulla copertina, una foto in bianco e nero di Rich, con il titolo «Fare thee well, gentle friend».

Ci volle pochissimo a scoprire che la morte di Rich era una sceneggiata. Poco dopo l’arrivo di quel numero di Might nelle edicole americane, il programma tv Hard Copy cominciò a indagare sulla storia – perché la polizia di Los Angeles di questo omicidio non sapeva niente? – e capì che non era vero nulla, nonostante la redazione di Might all’inizio disse di non poter rispondere alle domande perché l’autore dell’articolo, l’inesistente giornalista britannico Christopher Pelham-Fence, era in Romania per lavoro. Alla fine, Might ammise pubblicamente che si trattava di uno scherzo e che Adam Rich era vivo e vegeto. Nel frattempo, però, l’Associated Press aveva contattato il padre di Rich, un uomo che non aveva mai lasciato le campagne del Missouri e che della carriera di Adam sapeva poco e niente, dandogli la notizia della morte del figlio. L’uomo scoppiò a piangere davanti ai giornalisti, la sua storia cominciò a girare su Internet e molte persone che dello scherzo non sapevano nulla presero anche loro sul serio la scomparsa di Adam Rich. La notizia divenne virale – una delle prime storie per le quali si usò questo aggettivo – e Might fu costretto a pubblicare un altro comunicato stampa per dire un’altra volta che Adam Rich era vivo e che la storia della sua morte era uno scherzo. A questo punto, tutti quelli che ci avevano creduto davvero si incazzarono moltissimo. Con Adam Rich, innanzitutto.

L’attore fu accusato di essere un tossicodipendente fuori controllo, disposto a qualsiasi cosa pur di finire sulle prime pagine dei giornali. Mentre la shitstorm imperversava, Might organizzò un funerale per l’attore, al quale lui partecipò. Al ricevimento che seguì la cerimonia, le persone – molte delle quali erano convinte di partecipare a un vero funerale – guardavano incredule le copie di Might che raccontavano la morte di una persona che loro vedevano proprio lì, davanti ai loro occhi. A questo punto, racconta Eggers, Rich capì di aver commesso un errore: tutti ormai avevano capito lo scherzo ma nessuno stava ridendo. La sua carriera non fu rinvigorita dall’idea di Eggers, anzi. Might pubblicò altri cinque numeri e nel 1997 chiuse definitivamente i battenti. Anni dopo, Eggers disse la sua sull’accaduto: «Arrabbiarsi con un creativo o con un prodotto creativo dice molto di più della persona che si arrabbia che del creativo o del prodotto creativo».

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