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12:04 giovedì 15 maggio 2025
Uno studio ha dimostrato che gli uomini sono molto più inquinanti delle donne Perché mangiano più carne rossa e usano di più le automobili.
Il tributo a David Lynch è stato il momento più toccante della cerimonia d’apertura di Cannes Soprattutto grazie a "Confession", bellissima canzone a lui dedicata dall'amica Mylène Farmer.
La cerimonia d’apertura di Cannes si è conclusa con Quentin Tarantino che è impazzito Prima si è messo a urlare, poi si è esibito in un plateale mic drop.
Per la prima volta nella storia dell’Eurovision, in finale ci saranno tre canzoni in italiano A Lucio Corsi e la sua "Volevo essere un duro" si sono uniti Gabry Ponte con "Tutta l'Italia" e Tommy Cash con "Espresso macchiato".
Milano ha respinto il convegno sulla remigrazione organizzato dall’estrema destra Era in programma il 17 maggio ma a causa delle proteste gli organizzatori sono stati costretti ad annullare e remigrare altrove.
Anche quest’anno all’Eurovision sta succedendo un casino attorno alla cantante israeliana Proteste, denunce, tentativi di boicottaggio, minacce, fischi veri e registrati: per Yuval Raphael l'Eurovision è iniziato così.
Cosa ha detto il primo testimone sentito nel processo contro Diddy Il rapper è accusato, tra le altre cose, di sfruttamento della prostituzione in un processo appena iniziato a New York.
Gérard Depardieu è stato condannato per violenza sessuale Diciotto mesi, con pensa sospesa, per violenze ai danni di due donne durante le riprese del film Les Volets Verts, nel 2021.

Perché si riparla di una lite tra Richard Ford e Colson Whitehead del 2001

15 Giugno 2017

Nel 2001 Colson Whitehead, l’autore afroamericano che lo scorso aprile ha vinto il premio Pulitzer per il suo romanzo The Underground Railroad, ha recensito una raccolta di short story di Richard Ford, A Multitude of Sins. La recensione di Whitehead, decisamente virata sulla stroncatura, diceva: «Quasi ogni storia tratta di tradimento, regolarmente in una di due fasi: nella fine dei giorni più caldi di una relazione clandestina, o nel periodo successivo a una scappatella. I personaggi sono quasi indistinguibili. Se fossi un epidemiologo, direi che una sorta di epidemia spirituale ha iniziato a contagiare i professionisti della upper-middle-class bianca». All’inizio Ford non ha risposto, ma due anni dopo, quando i due scrittori si sono incontrati a una festa, l’autore di Sportswriter ha detto al collega «sei un bambino, dovresti crescere», prima di sputargli in pieno volto.

513xB+00JBL._SY344_BO1,204,203,200_L’accaduto è tornato d’attualità per un pezzo che Ford – appena tornato in libreria con Between Them (in Italia, Tra di loro, edito da Feltrinelli) – ha pubblicato su Esquire, “A Novelist Takes on His Critics”. Nel suo intervento, il settantatreenne dice: «Mi rendo conto che le mie sensazioni riguardanti quel mio brutto comportamento sono solo un punto di questioni legittime. Ma posso dirvi che, a oggi, non ho cambiato idea sul signor Whitehead, o la sua recensione, o la mia replica». A quasi quindici anni di distanza, insomma, Ford non ha dimenticato, e anzi dimostra di aver serbato intatto il suo rancore per Whitehead, che al tempo dei fatti aveva risposto al gesto del collega dicendo: «Vorrei mettere in guardia le molte altre persone che hanno passato al setaccio il libro: potreste aver bisogno di un impermeabile, in caso di Ford inclemente».

A voler essere precisi, Ford è solito prendere le critiche sul personale, specifica il Guardian: dopo una recensione negativa firmata di Alice Hoffman, ha rivelato allo stesso quotidiano inglese di aver portato un suo libro nel cortile sul retro di casa sua e avergli sparato (!), recapitandolo poi all’autrice per via postale; in un’altra occasione, decenni dopo una stroncatura di Larry McMurtry del suo romanzo d’esordio, A Piece of My Heart, ha dichiarato che non gli dispiacerebbe «mostrare a Larry cosa penso della sua recensione». Ma la portata dello scontro con Whitehead per alcuni è sintomo di un altro problema, che ha a che fare col razzismo (Whitehead, come detto, è di origine afroamericana): la saggista Rebecca Solnit ha scritto che «non è una battaglia, è solo un verme bianco che sputa su un uomo di colore come i razzisti bianchi che partecipano ai contro sit-in». Peraltro, nota sempre il Guardian, è lo stesso Richard Ford ad aver ammesso in diverse occasioni di essere cresciuto con una mentalità da uomo bianco nato nel Mississipi degli anni Quaranta: nel 1999, scrivendo di un viaggio sul fiume Mississipi fatto con un collega, ha anche ammesso di essersi espresso – in una serie di lettere risalenti alla fine degli anni Ottanta – con «insulti razzisti».

Immagine in evidenza e testata Getty Images
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