Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.
Il creatore di Pepe the Frog ha ufficialmente ucciso il suo personaggio

Pepe the Frog è uno dei prodotti più famosi della matita di Matt Furie, illustratore e autore di libri per bambini, che l’aveva originariamente inserito nella serie intitolata Boy’s Club. Poi, com’è noto, la rana antropomorfa è inspiegabilmente diventata uno dei simboli più usati dal movimento alt-right, quello strano coacervo di estrema destra che ha lanciato la corsa di Donald Trump verso la Casa Bianca: persino lo staff di Hillary Clinton ha dedicato un intervento ad hoc a Pepe, mentre la Anti Defamation League americana l’ha definito un simbolo di odio. Il suo creatore non ha gradito: alla fine dell’anno scorso definiva su Time la situazione in cui era stato posto suo malgrado «un incubo», e questo weekend, in occasione del Free Comic Book Day indetto dalla prestigiosa casa editrice di settore Fantagraphics, ha deciso di togliere di mezzo il suo personaggio.
Matt Furie with a great single page send-off. #freecomicbookday #mattfurie https://t.co/lKGUL9lmyd pic.twitter.com/qhngOyoVPV
— Brandon Kelly (@therealphaTT) 6 maggio 2017
Nella striscia finale, Pepe the Frog si trova in una bara ed è circondato dagli altri protagonisti del fumetto, che lo guardano con aria triste e gli rivolgono un estremo saluto: «Here’s to you, lil’ buddy». A un certo punto, per aiutare Matt Furie a reclamare la sua rana, era stata avviata anche una petizione per «salvare Pepe the Frog», che purtroppo non era andata incontro a grandi risultati.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.