Attualità
Le riviste di moda sono noiose
Marie-Amélie Sauvé, consulente e fashion director di T, ha appena fondato MasterMind, un nuovo magazine senza strategia digitale che punta sull'intelligenza.
«La maggior parte delle riviste di moda oggi sono spazzatura. Quello che ci vedo dentro, per me, non è desiderabile. Hanno bisogno di cambiare, gli editoriali che vedo sono sempre tutti uguali». Così si è espressa Marie-Amélie Sauvé, fashion director del T Magazine del New York Times e affermata consulente di immagine, in un’intervista a Jo Ellison sul Financial Times, prima di annunciare il suo nuovo progetto che è, neanche a dirlo, un magazine. MasterMind, infatti, debutterà ufficialmente il 9 febbraio e l’unica traccia digitale che permette, ora come ora, di farsene un’idea è un profilo Instagram nella cui descrizione si legge «un magazine da collezione». Tanto per iniziare, «[MasterMind] non è solo una rivista di moda, ma si occuperà anche di società, architettura, letteratura, di quello che succede nel mondo», ci tiene a specificare Sauvé, storica collaboratrice di Nicolas Ghesquière, assieme al quale ha costruito l’immagine del “nuovo” Balenciaga (prima che da quelle parti ci arrivasse Demna Gvasalia) e con il quale continua a lavorare oggi da Louis Vuitton. Convinta che la moda da sola non basti a rendere interessante (o rilevante) una rivista, Sauvé ha voluto dare vita a un prodotto che prima di ogni cosa fosse un oggetto (da collezione, appunto) da poter toccare con le mani, quindi che avesse una chiara vocazione internazionale. Il primo numero contiene, fra le altre cose, un profilo del regista e attore Xavier Dolan (già testimonial di Louis Vuitton da un paio di stagioni), un immaginario dialogo tra Hillary Clinton e Claire Underwood di House of Cards e un’intervista alla giornalista televisiva Anne Sinclair, ex moglie di Dominique Strauss-Kahn, mentre tra i collaboratori figurano nomi come i fotografi Bruce Weber e Steven Meisel, lo stesso Ghesquiére, la modella Freja Beha Erichsen e l’architetto e urbanista Ricardo Bonfill.