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Per la legge tedesca il Berghain è un’istituzione culturale

13 Settembre 2016

Il Berghain è ora considerato a tutti gli effetti una istituzione culturale: così ha decretato il tribunale fiscale di Berlino-Brandeburgo, con sede a Cottbus, che ha riconosciuto al club più famoso del mondo uno stato pari a quello delle sale da concerti di musica classica e simili. Come riportato dallo Spiegel, è un risultato importante per quello che è stato definito più volte il «tempio della techno», innanzitutto perché permette di accedere a un trattamento fiscale agevolato. In sostanza, il Berghain pagherà meno tasse: fino ad ora era considerato alla stregua di un normale club, e come tale era tassato al 19%, mentre con il nuovo riconoscimento la percentuale si ridurrà al 7%.

Secondo quanto scrive Electronic Beats, il fisco tedesco ha per lungo tempo ritenuto che il club fosse «un luogo d’intrattenimento, piuttosto che di cultura», e non hai mai visto di buon occhio il fatto che i suoi avventori avessero una certa propensione per alcol e droghe, che non esistesse al suo interno un palco dove far esibire gli artisti (che invece, tecnicamente, c’è) e non ci fosse un applauso alla fine delle performance (anche qui, non è detto).

A pochi giorni dalla chiusura del Fabric a Londra, ora che abbiamo assistito impotenti alla gentrificazione di molte zone abitate e rese vive dalla comunità LGBT in altrettante città, quello del Berghain e di come le istituzioni cittadine ci si rapportano, è sembrato a molti commentatori un esempio da seguire nelle politiche legate alla nightlife e alla club culture. Berlino, d’altronde, ci tiene a rimanere se stessa, ovvero una metropoli povera ma sexy, come diceva il vecchio sindaco. Certo, quell’aura che circonda l’ex centrale termoelettrica di Wriezener Bahnhof è stata spesse volte criticata: al Berghain si prendono molto (forse troppo) sul serio, scriveva  poco tempo fa qualche commentatore su Instagram quando la dj The Black Madonna si lamentava dell’incursione di Conan O’Brien. Possiamo ipotizzare però che, per difendersi, sia una strategia che funziona.

Foto via Resident Advisor
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