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09:00 giovedì 1 maggio 2025
Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

I 40 anni del codice a barre

26 Giugno 2014

26 giugno 1974, ore 8:01, un supermercato Marsh in quel di Troy, Ohio. Un cassiere passa un prodotto davanti a una piccola macchina luminosa, si sente un bip: 67 centesimi di dollaro per un pacchetto di gomme da masticare “Wrigley’s Juicy Fruit”. Esattamente quarant’anni fa negli Usa il codice a barre veniva utilizzato per la prima volta a uso commerciale.

Tutto iniziò molti anni prima, nel 1949, quando Joe Woodland – ex membro del Manhattan Project – ebbe la prima idea di questo nuovo sistema di gestione e vendita dei prodotti. Cominciò a lavorarci con il suo collega Bernard Silver, che aveva sentito il presidente di una catena di negozi locali lamentarsi della gestione dei prodotti e auspicare un metodo più veloce per il checking della merce. Insieme i due inventarono il codice a barre, che brevettarono nel 1952 sulla base dell’intuizione di Woodland di ispirarsi al codice morse.

Il brevetto originale del codice a barre, 1952

Negli anni ’70 la società di consulenza McKinsey & Co. in collaborazione con la UGPCC (Uniform Grocery Product Code Council) cominciarono a lavorare a un formato universale di codici per i prodotti da applicare all’invenzione. Arrivarono proposte da Singer, National Cash Register, Litton Industries, RCA, Pitney-Bowes e IBM; fu proprio quella di quest’ultima a essere accolta, progettata da George Laurer. Era il 1973 e, appena un anno dopo, la creazione sarebbe stata pronta a invadere il mondo, diventando onnipresente in ogni confezione e scatola del nostro mondo.

Attualmente il box di gomme Wrigley’s di quella mattina del 1974 è conservato al museo Smithsonian di Washington.

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