In 48 ore il Paese è piombato nel caos, il governo è stato costretto a fare marcia indietro e a chiedere pure scusa.
Una giornalista italiana ha scatenato un putiferio per non aver coinvolto Ayo Edebiri in una domanda su MeToo e Black Lives Matter
Argomenti sui quali ha preferito interpellare Julia Roberts e Andrew Garfield, gli altri due protagonisti di questa intervista a tre fatta durante la Mostra del cinema di Venezia.

Alla Mostra del cinema di Venezia, dopo una delle interviste più chiacchierate degli ultimi giorni, la giornalista Federica Polidoro si è ritrovata al centro dell’ultima polemica di questa polemicissima edizione. Tutto è iniziato durante la conferenza stampa di After the Hunt, con Julia Roberts e i suoi coprotagonisti. Polidoro ha posto una domanda sulla presunta fine del politicamente corretto e dell’influenza di Black Lives Matter a Hollywood. La scena si è poi complicata ulteriormente quando Roberts, per capire a chi fosse indirizzato il quesito, ha chiesto alla giornalista di togliersi gli occhiali da sole. La giornalista lo ha fatto, precisando poi che la domanda era rivolta a Roberts e Garfield e, per qualche ragione, non anche a Edebiri. È stato in quel momento che quest’ultima ha preso la parola e, pur riconoscendo che la domanda non era rivolta direttamente a lei, ha chiarito che i movimenti non sono affatto finiti e che questi i temi continuino a essere centrali.
Non poteva che finire male. Sui social l’episodio è stato raccontato, rilanciato e amplificato, l’account Instagram di Polidoro è stato investito da migliaia di commenti. Molti hanno solo rilanciato slogan e hashtag dei movimenti MeToo e Black Lives Matter, altri si sono dati all’insulto.
Visualizza questo post su Instagram
La giornalista ha replicato con un post in cui accusa questi commentatori, definiti hater, di incoerenza, trovando sorprendente che gli stessi che la additano come razzista e che si considerano paladini della giustizia utilizzino a loro volta un linguaggio violento nei suoi confronti. Ha inoltre respinto le accuse di razzismo sottolineando di aver intervistato persone provenienti da tutto il mondo e appartenenti a qualsiasi etnia e ricordando di provenire da una famiglia multietnica. Una spiegazione che non ha affatto convinto gli avvelenatissimi commentatori. Anzi. Questi hanno continuato a insultarla, molti le hanno scritto che, se davvero era soddisfatta dell’intervista, allora avrebbe dovuto condividerla sui suoi canali social, cosa che Polidoro non ha fatto.

Tote bag, Birkenstock Boston, jeans giapponesi, auricolari a filo, in mano una tazza di matcha e un libro, meglio se di Sally Rooney o bell hooks: è la divisa del performative man, che dovrebbe essere l'antidoto al maschio tossico. Ma che rischia di essere pure peggio.