L’ennesimo caso di copia virale di una delle borse più famose al mondo ci racconta lo stato della moda oggi.
La Birkin di Jane Birkin andrà all’asta
Se state pensando di acquistarla, sappiate che è molto usurata, piena di lesioni e visibilmente invecchiata.

Nel 1984 il Ceo di Hermès Jean-Louis Dumas incontra Jane Birkin su un volo aereo e la sente disperarsi al suo fianco perché la borsa che usa è scomoda e troppo piccola. Gli confida che ne vorrebbe una «capiente la metà della mia valigia». Intrigato, Dumas le chiede di provare a disegnarla e le porge una penna e un sacchetto di carta per il vomito trovato nella tasca del sedile.
Così nasce la borsa-simbolo, lo status symbol per eccellenza, l’oggetto del desiderio di chi si può permettere l’ingente sforzo economico e la lunga lista d’attesa necessaria per comprarne una. L’oggetto del desiderio anche di tutti gli altri, in realtà, a giudicare dal successo delle versioni tarocche: da quelle che hanno messo in imbarazzo la ministra Santanché a quelle super low cost di Walmart, esibiti con orgoglio anche su TikTok.
Ora quel primo prototipo da cui tutto è iniziato – realizzato in pelle, di colore nero, con le iniziali J.B. incise sul fronte e alcuni dettagli differenti dalla versione finale – andrà all’asta a inizio luglio a Parigi. Non aspettatevi però un oggetto come nuovo. La borsa, ormai quarantenne, dimostra tutta la sua età: porta i segni del tempo e piccole lesioni. Birkin infatti amava “maltrattare” le sue borse, perciò la Birkin numero zero ha un’aria molto vissuta.
Su quel leggendario prototipo la proprietaria, scomparsa nel 2023, scherzava spesso, dicendo che alla sua morte si sarebbe parlato solo della borsa che portava il suo nome. Non aveva tutti i torti: la casa d’aste Sotheby’s prevede già una possibile quotazione record per uno degli oggetti più iconici della storia della moda.