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È morto Ernesto Franco, figura fondamentale dell’editoria italiana
È morto nella notte di martedì 10 settembre Ernesto Franco, storico direttore generale di Einaudi. Franco, classe 1956, era entrato a Einaudi nel 1991, come editor di saggistica. Era diventato nel 1998 direttore editoriale, e successivamente direttore generale. Nella storia di Einaudi, è stato il più longevo “reggente” dello struzzo.
Con lui Einaudi, che arrivava da un inizio di anni Novanta in forma non smagliante, è molto cresciuta: ha lasciato dieci premi Nobel in vent’anni. Franco aveva però le sue specializzazioni: e queste erano, nell’ambito della letteratura straniera, le letterature spagnola e ispano-americana. Tra le sue traduzioni e curatele, troviamo opere di Jorge Luis Borges, Octavio Paz, Ernesto Sabato, Julio Cortázar, Álvaro Mutis, Mario Vargas Llosa: se una parte fondamentale della letteratura sudamericana e centroamericana è nel catalogo torinese il merito è soprattutto suo. Come curatore, ha firmato l’Antologia della letteratura fantastica con scritti sempre di Borges, ma anche Silvina Ocampo e Adolfo Bioy Casares.
Tra gli italiani, era legato a Daniele Del Giudice da una grande amicizia. Nel 2021, in occasione della morte dell’autore di Atlante occidentale, disse: «Del Giudice ha saputo coniugare l’anima e l’esattezza. È un cammino di profonda tradizione novecentesca che unisce la conoscenza con l’avventura».
Sempre rimanendo in Italia, ha lasciato un segno profondo nella letteratura più recente, portando a Torino sei premi Strega negli ultimi quindici. A proposito, disse, già in un’intervista del 2012 al Corriere di Bologna: «Una delle cose più interessanti accadute è quella della “narrativa non fiction”».

Il nuovo film della regista di Past Lives era atteso come il rinascimento della romcom. Vedendolo, invece, si capisce che le romcom forse non torneranno mai perché non c'è più nessuno che sappia farle.