Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.
Il primo trailer di Anora, il film che ha vinto la Palma d’oro a Cannes
Del successo della casa di produzione Neon avevamo parlato in questo articolo: con Anora, il film di Sean Baker (il regista di The Florida Project, ma anche Red Rocket, Tangerine, Starlet e Take Out), Neon ha vinto la quinta Palma d’oro consecutiva, puntando a strappare la corona di regina del cinema indie ad A24. Come si evince dalla frase che accompagna il titolo, “A love story from Sean Baker”, Anora racconta una storia d’amore: quella tra la protagonista stripper/sex worker uzbeka americana interpretata da Mikey Madison (già vista nei panni di Susan “Sadie” Atkins in Once Upon a Time in Hollywood di Tarantino ma anche in Scream del 2022) e il figlio di un oligarca russo, Vanya, interpretato da Mark Eidelstein, anche detto “il Timothée Chalamet russo”.
Alla conferenza stampa a Cannes, Mikey Madison ha detto che Baker e sua moglie, che è anche la produttrice del film, hanno inscenato diverse posizioni sessuali per dimostrare cosa volevano che i protagonisti facessero, creando un’atmosfera così rilassata da rendere inutile il ruolo dell’intimacy coordinator. Oltre alle scene di sesso spontanee e realistiche, il film è stato elogiato proprio per l’interpretazione della giovane attrice, che salva la situazione anche quando «i dialoghi e lo storytelling di Baker diventano ripetitivi» (scrive Richard Lawson su Vanity Fair). Dal trailer si intuisce che oltre a essere un film molto bello esteticamente, dev’essere anche molto divertente (anche se il finale, scrive sempre Lawson, è «un pugno nello stomaco»). Di certo il trailer, che dura 2 minuti e 22 secondi, funziona: viene proprio voglia di andarlo a vedere. Uno dei commenti con più like è questo: «This trailer is already better than most movies I’ve watched in a while». Negli Stati Uniti il film uscirà il 7 novembre, per l’Italia ancora non c’è una data di distribuzione.

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.