Hype ↓

Marina Abramović farà stare in silenzio il pubblico del Glastonbury per 7 minuti

28 Giugno 2024

«Sono terrorizzata. Non conosco nessun artista visivo che abbia fatto qualcosa del genere davanti a 175 mila – 200 mila persone. Il pubblico più numeroso che abbia mai avuto è stato di 6mila persone in uno stadio e ho pensato “wow”, ma questo va davvero oltre qualsiasi cosa abbia mai fatto», ha detto l’artista commentando l’evento che si terrà oggi, venerdì 28 giugno, al festival di Glastonbury.

Secondo la definizione di Abramović, riportata dal Guardian, è un “intervento pubblico” piuttosto che una performance. Si chiama “Seven Minutes of Collective Silence” e si terrà alle 17:55, appena prima del set di PJ Harvey. Dal Pyramid Stage, l’artista chiederà al pubblico di stare in silenzio per sette minuti. «Stiamo davvero affrontando un momento oscuro della storia umana», ha spiegato. «Quindi cosa si può fare? Penso sempre che la protesta porti altra protesta; l’odio porti altro odio. Penso che sia importante rivolgersi a se stessi. È facile criticare tutto il resto, ma cosa posso fare per me stesso, come posso cambiare?».

L’evento è organizzato da Circa, mentre il look dell’artista sarà firmato Riccardo Tisci. Abramović è perfettamente consapevole della difficoltà della sua impresa: «Potrei fallire completamente, o le persone potrebbero semplicemente sedersi. Non lo so, ma voglio correre il rischio. Anche fallire è importante, si impara sia dal fallimento che dal successo», ha detto. «Voglio vedere come posso andare oltre l’acido, oltre i funghi, oltre tutto ciò che c’è e toccare la loro anima e solo per sette minuti fermare tutto. Potete immaginare se ci riuscissimo? Sarà un momento incredibile». È un peccato che l’intervento dell’artista non verrà trasmesso in diretta dalla Bbc, che si limiterà agli streaming dei concerti di Dua Lipa e dei Coldplay (ne abbiamo scritto qui).

Articoli Suggeriti
John Baldessari e la fotografia come sabotaggio del senso comune

La mostra No Stone Unturned, dal 6 maggio alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, è un invito a cambiare prospettiva e a non fidarsi né del primo sguardo né dell'ultimo.

Nell’era del riscaldamento globale, tutti i romanzi sono romanzi climatici

È un genere esploso negli ultimi dieci anni ma che forse è stato già superato dai fatti: la crisi climatica ormai è parte della nostra quotidianità e la narrativa non può che adattarsi di conseguenza.

Leggi anche ↓
John Baldessari e la fotografia come sabotaggio del senso comune

La mostra No Stone Unturned, dal 6 maggio alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, è un invito a cambiare prospettiva e a non fidarsi né del primo sguardo né dell'ultimo.

Nell’era del riscaldamento globale, tutti i romanzi sono romanzi climatici

È un genere esploso negli ultimi dieci anni ma che forse è stato già superato dai fatti: la crisi climatica ormai è parte della nostra quotidianità e la narrativa non può che adattarsi di conseguenza.

I libri del mese

Cosa abbiamo letto ad aprile in redazione.

I Kneecap volevano essere famosi, sono diventati famigerati

La band hip hop irlandese viene da anni di provocazioni ed esagerazioni alle quali nessuno aveva fatto troppo caso, fin qui. Ma è bastata una frase su Gaza, Israele e Stati Uniti al Coachella per farli diventare nemici pubblici numero 1.

Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi

Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».

Murata Sayaka è la scrittrice di chi si sente a disagio sempre e dovunque

Ancora più dei suoi romanzi precedenti, Vanishing World , appena uscito per Edizioni E/O, sembra scritto da una macchina senza sentimenti che ci mostra tutte le variabili possibili e immaginabili della stupidità umana.