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20:27 venerdì 12 settembre 2025
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.
Il video dell’omicidio di una ragazza ucraina a Charlotte, North Carolina, è diventato un’arma di propaganda di tutta la destra mondiale A partire, ovviamente, dal movimento Maga nel Stati Uniti, da Donald Trump in persona, fino all'Italia, a Matteo Salvini.
Le proteste di Bloquons tout in Francia sarebbero partite tutte da un post in un gruppo Telegram Un post neanche tanto recente: è apparso su Telegram a maggio ma è diventato virale negli ultimi giorni, subito prima e subito dopo le dimissioni di Bayrou.
C’è un nuovo uomo più ricco del mondo che ha superato Elon Musk grazie all’AI Si chiama Larry Ellison e ha scavalcato l'allievo-rivale grazie alla crescita record della sua Oracle, dovuta agli investimenti nell'intelligenza artificiale.

Il video delle donne che camminano senza velo per le strade di Teheran

10 Ottobre 2022

Dal 16 settembre scorso, dopo la morte di Mahsa Amini e poi di Nika Shakarami e Sarina Esmaeilzadeh, le donne iraniane continuano a protestare. Durante le manifestazioni si sono tagliate i capelli, hanno fatto il dito medio all’ayatollah, hanno dato fuoco agli hijab, tutti gesti pensati per sfidare pubblicamente il regime degli ayatollah. A questi gesti ora se ne aggiunge un altro, allo stesso tempo semplice e radicali come i precedenti: passeggiare per le strade di Teheran senza il velo sulla testa, una esplicita violazione della legge iraniana che impone a tutte le donne di mostrarsi in pubblico solo con in capelli coperti dal velo. La giornalista della Bbc Rana Rahimpour racconta su Twitter che in questi giorni per le strade della capitale si vedono moltissime donne che camminano senza velo, spesso accompagnate dai clacson suonati dagli automobilisti in segno di approvazione e solidarietà. «Mahsa non avrebbe mai potuto immaginare quanto le vite di tante iraniane sarebbero cambiate grazie a lei», scrive Rahimpour nel suo tweet. Nonostante il governo del Presidente Raisi abbia impedito l’accesso a internet a Teheran e in alcune zone del Kurdistan, foto e video delle proteste di questi giorni continuano a circolare moltissimo sui social. E non solo: grazie a internet ci sono anche testimonianze della violenta repressione del governo. 

Secondo i media di Stato iraniani ormai ci sono manifestazioni quotidiane in quindici città del Paese, proteste durante le quali nelle strade e nelle piazze si ritrovano folle di migliaia di persone che la polizia, puntualmente, disperde usando i gas lacrimogeni. In queste settimane gli arresti da parte delle forze dell’ordine sono stati moltissimi, ma nonostante questo le proteste continuano e si intensificano. In alcuni video di proteste avvenute nel sud del Paese, si vedono persone appiccare il fuoco a un edificio decorato da un gigantesco murales del defunto comandante delle Guardie della Rivoluzione Qassem Soleimani, lanciare pietre addosso ai poliziotti, distruggere le camionette e intonare cori contro il governo. Nel corso degli ultimi scontri, uno dei manifestanti è stato pugnalato a morte a Qazvin: è la sesta vittima dall’inizio delle proteste. Il governo iraniano, nonostante le pressioni della comunità internazionale, continua a negare qualsiasi responsabilità nelle morti dei manifestanti.

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